Immigrati in Italia: preoccupanti dati dell’Istat

Ieri la presentazione del Rapporto Annuale sulla situazione italiana

Roma – Il Rapporto annuale dell’Istat segnala aspetti “preoccupanti” nel mondo dell’immigrazione italiana, che chiedono “una particolare attenzione nelle politiche del lavoro e sociali, ma anche un’attenzione culturale, formativa e sindacale”. E’ quanto afferma mons. Giancarlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes, a commento del Rapporto annuale dell’Istat sulla situazione italiana, presentato ieri a Montecitorio.

 
“Problemi gravi si segnalano – spiega mons. Perego – nel mondo del lavoro, della formazione. La diminuzione del tasso di occupazione e l’aumento della disoccupazione – doppio rispetto gli italiani e motivato dalla maggior precarietà del lavoro immigrato – si accompagna all’aumento di 183.000 posti di lavoro degli immigrati nelle professioni – oltre metà dei casi – non qualificate: dal manovale edile all’addetto nelle imprese di pulizie, dal collaboratore domestico al bracciante agricolo, dall’assistente familiare al portantino nei servizi sanitari. La tutela dei diritti dei lavoratori è debole per quanto riguarda sia il riconoscimento del titolo di studio (880 mila gli stranieri che hanno un livello di istruzione e un profilo culturale più elevato rispetto a quello richiesto dal lavoro svolto”.
Secondo il Rapporto i lavoratori stranieri guadagnano meno di quelli italiani. Nel 2010, la retribuzione media mensile netta degli stranieri è stata del 24 per cento inferiore a quella degli italiani. Il differenziale aumenta fino al 30 per cento per le donne. Oltre 370.000 sono i lavoratori stranieri irregolari.
“Preoccupa – secondo il Direttore generale della Migrantes – anche che 300.000 giovani stranieri (un terzo della popolazione giovanile) non lavorano e non frequentino alcun corso di formazione e istruzione. Le preoccupazioni emerse nella Settimana sociale dei cattolici italiani ritrovano un riscontro ancora una volta nel Rapporto annuale Istat e chiedono una particolare attenzione e responsabilità condivise”.