Lampedusa: ragazze alla soglia della maturità

Diverse aspirazioni, un unico obiettivo: la felicità

Lampedusa – Hanno tutte 18 anni, a breve sosterranno l’esame di maturità ma hanno già le idee ben chiare. Sono un gruppo di giovani studentesse lampedusane. Le incontriamo in un bar e da loro cerchiamo di capire cosa significhi nascere, crescere e vivere la propria adolescenza in un’isola. Le difficoltà sono tante, partendo proprio dalla scuola: qui esiste solo il liceo scientifico ma la voglia di proseguire gli studi, anche se la matematica non è proprio nelle corde di tutte, le ha comunque spinte ad iscriversi all’istituto “Luigi Pirandello”.

 
Ma nell’Isola è così, “bisogna adeguarsi”, ci dicono, mancano gli spazi ricreativi, i centri di aggregazione, i punti di ritrovo, ci si conosce tutti ma spesso neanche ci si saluta perché non c’è occasione per poter parlare. E questo lo hanno spiegato bene anche al card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, in occasione della visita isolana. Gli hanno consegnato una lettera, scritta di loro pugno, per manifestare i problemi e le difficoltà di una gioventù che ha a che fare con disagi forse inimmaginabili per i coetanei che abitano sulla “terraferma”: “Quando mi sono avvicinata al card. Bagnasco – spiega Francesca – lui mi ha chiesto che scuola facessi e quando gli ho risposto che qui c’è solo lo scientifico è rimasto sorpreso”. E d’altra parte non può che essere lo stupore a prevalere pensando che in una località di mare e turismo come Lampedusa, non si sia ancora fatto nulla per realizzare almeno un Istituto turistico-alberghiero, nonostante le numerose sollecitazioni rivolte alle istituzioni. Francesca a settembre proverà i test di ammissione per la facoltà di Medicina a Palermo, il suo sogno è quello di diventare una psichiatra “anche se strada facendo potrei anche cambiare idea”, per poi tornare a Lampedusa e far qualcosa per la sua terra che ha bisogno di tanto aiuto.
Anche Anna ha deciso di proseguire gli studi e anche lei tra qualche mese abbandonerà Lampedusa per andare a studiare Giurisprudenza, sempre a Palermo, dove raggiungerà la madre e la sorella, già fuori per lavoro: “Qui vivo con mia nonna. Il mio futuro lo vedo via dall’Isola perché per noi non ci sono sbocchi. Forse ritornerò, ma non ne sono sicura”.
“Io invece Lampedusa la rivedrò solo al momento della pensione – afferma con assoluta certezza Sonia – quando sarò vecchietta e sarà il momento di riposarsi. Non so ancora se lavorerò o studierò, ma andrò via”. Deborah invece è sull’Isola solo da 8 anni, è nata a Sciacca e i suoi genitori hanno deciso di spostarsi qui per lavoro. Ben presto però si sono resi conti che la situazione occupazionale dell’Isola non è certo migliore di quella che si sono lasciati alle spalle ed infatti, quasi sicuramente, non appena Deborah avrà superato lo scoglio della maturità, faranno ritorno nel paese agrigentino.
Parla poco, e lo fa per ultima, Elvira, non tanto per timidezza ma perché lei, a differenza delle sue compagne, da questa terra non vuole andare via: “Io qui sto bene, non ho nessuna intenzione di lasciarla”, non appena finirò la scuola mi metterò a lavorare. Sono stata già lontana da Lampedusa, dai 7 agli 11 anni, ho vissuto a Isola delle Femmine e mi sono trovata malissimo. Da altre parti la vita è caotica, mi sentivo sola, qui invece sono a casa, ci sono la mia famiglia e i miei affetti”. È profondo il legame tra l’Isola e la silenziosa Elvira, forse anche perché la lontananza provata da bambina le ha fatto capire quanto amore provi per questa terra.
Con le ragazze si parla anche dell’emergenza immigrazione vissuta negli scorsi mesi, ma ad eccezione di qualche momento di esasperazione, provato per altro da ciascun lampedusano, appare chiaro come i problemi di queste “piccole donne” siano ben diversi da quelli ultimamente finiti sotto i riflettori del mondo e che anzi alcune di loro non hanno vissuto neanche come tali: “Io stavo bene – conclude Elvira – ed ero contenta anche in quei giorni. Oggi siamo più soli”. Tante storie di quotidiana gioventù isolana, diverse aspirazioni, un obiettivo comune: essere felici, qui o altrove. (E. e Pasquale – Ufficio Migrantes Messina)