Il Card. Angelo Bagnasco “abbraccia” e ringrazia Lampedusa

“Grande esempio di umanità”

Lampedusa – La porta della navata centrale della parrocchia di San Gerlando viene spalancata alle 10.25 in punto. Nel piazzale antistante forze dell’ordine e giornalisti si preparano ad accogliere il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, a Lampedusa per ringraziare l’intera comunità dell’accoglienza riservata alle migliaia di fratelli africani giunti in Italia per scappare alla povertà e alle guerre della propria terra.

 
Gli isolani attendono con ansia il momento dell’incontro: tra i banchi della Chiesa si intonano canti sin dalle 10.00, ci si prepara per cercare di riservare la più calorosa accoglienza al cardinale che giunge in piazza alle 10.55. Ad “aprirgli” la strada un gruppo di vivaci alunni della scuola elementare dell’Isola “Luigi Pirandello” che con i loro grembiulini azzurri e le bandierine gialle “annunciano” a tutti l’arrivo di Bagnasco. Ai lati dello spiazzale schierati tutti i rappresentanti delle forze armate e delle forze dell’ordine a cui successivamente Bagnasco ha riservato una benedizione “speciale”.
Ad accompagnare il cardinale l’arcivescovo di Agrigento, mons. Francesco Montenegro, e l’arcivescovo di Palermo, card. Paolo Romeo, Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana. Lungo tutto il tragitto che attraverso il corridoio centrale che conduce all’altare, per il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana è un continuo stringere di mani a cui non si sottrae: scambia una parola con una signora, si rivolge ad un’altra, mentre ad un’altra ancora, una donna di colore con in braccio un bimbo di appena qualche anno, porge una carezza. E’ il segno “fisico” di quella vicinanza che il card. Bagnasco esprime con profondità a tutta la comunità lampedusana anche al momento dell’omelia.
Il primo saluto all’Isola terra di accoglienza viene però rivolto da mons. Montenegro, che prima ringrazia Bagnasco per la sua presenza a Lampedusa, segno di una Chiesa che c’è, e poi spiega: “Abbiamo vissuto un’esperienza di dolore ma grazie ai lampedusani anche di grande generosità”. La parola passa dunque al cardinale: “Vengo a rincuorare e ringraziare una terra che con il suo comportamento ha dato un esempio di accoglienza cristiana a tutto il mondo”. Il cardinale ha però rivolto un appello anche alle istituzioni, tutte, con in testa l’Unione Europea: “Quanto accaduto in questi mesi rappresenta una sfida della storia che deve aiutarci a crescere e ad essere più uniti”.
Al termine della celebrazione ancora tante strette di mano e il grande “abbraccio” di tutta la comunità lampedusana al Presidente dei vescovi italiani. (E. De Pasquale – Ufficio Migrantes Messina)