I giovani di Lampedusa scrivono al Card. Bagnasco

Per esprimere tutte le loro preoccupazioni ma soprattutto chiedono un aiuto concreto per il loro futuro.

Lampedusa – Nel corso della visita a Lampedusa del Card. Angelo Bagnasco, un gruppo di studenti dell’Istituto Scientifico “Luigi Pirandello”, in rappresentanza di tutti i giovani dell’Isola, molti dei quali in partenza per proseguire gli studi o in cerca di un lavoro, hanno consegnato al Presidente della CEI una lettera in cui esprimono tutte le loro preoccupazioni ma soprattutto chiedono un aiuto concreto per il loro futuro. Come spiegato infatti dal parroco dell’Isola don Stefano Nastasi al momento della consegna “questi ragazzi sono spessi costretti ad andare via perché non hanno modo di vivere le stesse esperienze dei propri coetanei, Lampedusa non può offrire loro un’occasione di futuro”.

 
La preghiera che i giovani rivolgono al Card. Bagnasco è dunque quella di farsi portatore delle loro esigenze.
 
Di seguito il testo integrale della lettera.
 
Eminenza Reverendissima,
Prima di ogni altra cosa le diamo un caloroso benvenuto. La sua visita nella nostra isola ha rivelato la sensibilità e la solidarietà sua e della Conferenza Episcopale Italiana riguardo la difficile situazione che stiamo vivendo.
Noi giovani siamo il futuro dell’isola e vogliamo esprimere con questa lettera le nostre idee, le nostre aspettative, le paure e le speranze. Si tratta di un argomento molto delicato che non coinvolge solo noi lampedusani ma anche gli uomini, donne e bambini che partono dalle loro terre, attraversando le onde del mare e tutte le tempeste della vita. Spesso ci chiediamo cosa spinge un uomo a “imbarcare” se stesso, la propria esistenza e i suoi cari in un viaggio denso di tormenti, al buio: è quella piccola radiazione luminosa chiamata speranze. Naufraghi e dispersi, alla ricerca della felicità, quella vera. Giorni e giorni di navigazione, in balia di tanti dubbi. Domande che anche noi ci poniamo, ma anch’esse si inabissano proprio come le anime di quegli uomini che barattano il loro mondo per uno che credono sia migliore e poi, in fondo, non lo è.
Si lasciano dietro le angosce e le sofferenze di una vita tormentata, chiudono la porta che li separa dal passato e si aggrappano alla speranza di un viaggio che li possa liberare dalle loro tragiche esistenze, che li possa condurre ovunque regni la pace. Ma cos’è la pace se non un bagliore di luce dentro noi stessi?
Noi vogliamo farci propagatori di questa luce che indirizza verso Dio: crediamo in valori veri e cresciamo con la speranza e la buona volontà di poter cambiare le cose: abbiamo fiducia nella vita e in tutte le meraviglie che ci riserva e confidiamo in Dio affinchè riesca, attraverso le nostre preghiere, a portare un po’ di serenità nelle nostre esistenze e in quelle di coloro che non sono fortunati come noi, che non hanno nulla, che lottano quotidianamente contro le guerre, le ingiustizie, la fame e la morte.
Caro Padre,
noi ragazzi lampedusani viviamo in un difficile contesto socio-culturale. La nostra già difficile esistenza di adolescenti viene messa continuamente a dura prova dalla realtà, anche geografica, del nostro vivere quotidiani: spesso siamo privati del confronto diretto con i nostri coetanei che certamente hanno opportunità maggiori rispetto a quelle che l’isola offre a noi.
Avvertiamo la mancanza di centri di aggregazione di tipo culturale, sociale e anche sportivo. Le cose più elementari che fanno parte della sfera quotidiana di qualsiasi giovane della nostra età (cinema, centri sportivi, teatri, biblioteche) a noi non sono consentite. Anche il sistema scolastico risulta formalmente compromesso in quanto il ventaglio di scelte di indirizzi formativi è molto limitata, essendoci solo il liceo scientifico e non ci permette di scegliere secondo le nostre inclinazioni e passioni.
La nostra amata isola offre, allo stesso tempo, infinite prospettive, anche di tipo lavorativo ma, in questo momento, per noi è difficile avere un quadro certo di quello che sarà la nostra vita e quella delle nostre famiglie.
Caro Padre,
in questi mesi difficili abbiamo sentito forte la presenza della Chiesa di Dio. Non ci siamo sentiti soli ed anche per questo le siamo grati. Ma noi abbiamo bisogno di certezze, abbiamo fortemente bisogno di qualcuno che ci guidi in questo complicato cammino di “crescita” spirituale ed umana. Quotidianamente avvertiamo una sensazione di impotenza in seno alle nostre famiglie, negli occhi della gente che ci circonda e questo è il sintomo del disagio che tutti i cittadini lampedusani provano di fronte ad un problema che si sta rivelando difficile da risolvere.
Viviamo nella consapevolezza che ognuno di noi ogni giorno aggiunge un piccolo tassello al grande mosaico che è la storia, ma ci rendiamo pure conto che è sempre più arduo continuare ad andare avanti con le nostre sole forze, senza l’aiuto costante delle istituzioni. Per questo noi le chiediamo di farsi portavoce presso coloro che guidano e governano il nostro Paese affinchè continuino a prendersi cura della nostra isola con interventi che rispettino la dignità di ogni persona, cittadino o migrante che sia. In particolare per noi giovani chiediamo che ci venga garantita la continuità territoriale così da avere le stesse occasioni di crescita e culturale dei nostri coetanei.
Siamo soliti vedere nell’altri un fratello, un figlio di Dio che non rappresenta alcuna minaccia; in questi ultimi mesi il popolo di Lampedusa lo ha dimostrato senza tanto clamore e con molto umiltà. Così continuerà ancora a fare finchè si sentirà avvolto nell’abbraccio della Chiesa di Dio.
Ci auguriamo il meglio per i giorni che verranno con la speranza che possa ritornare la pace la serenità per tutti noi ed anche per i nostri fratelli migranti perché abbiano l’opportunità di realizzare le loro speranze di una vita dignitosa all’insegna dell’accoglienza e della fratellanza presso tutti i popoli della Terra.
Ancora una volta la ringraziamo perché siamo certi di avere, soprattutto in questo momento, un posto privilegiato nel suo cuore e nelle sue preghiere. Noi giovani, nostre famiglie, il popolo tutto di Lampedusa, onorato la saluta in un caldo e fraterno abbraccio.
Grazie di cuore
 
I ragazzi di Lampedusa.