“Educare all’incontro”

L’intervento di mons. Perego al seminario su “Eucaristia presenza di misericordia. Prendersi cura delle fragilità per costruire la città”

Fermo – “Una delle ‘cose nuove’ delle ‘rerum novarum’ di oggi è senza dubbio la mobilità. Il mondo si muove: 1 miliardo di persone ogni anno lasciano la propria città e si mettono in cammino: 800 milioni di persone si muovono all’interno del proprio Paese; 200 milioni di persone si muovono verso altri Paesi e Continenti. La povertà, la fragilità delle condizioni politiche, economiche e sociali e ambientali, guerra e fame e sete sono il primo motore della mobilità delle persone e famiglie”.

 
Lo ha detto oggi mons. Giancarlo Perego, Direttore generale Migrantes, rivolgendosi ai partecipanti al seminario “Eucaristia presenza di misericordia. Prendersi cura delle fragilità per costruire la città”.
L’evento, che si concluderà oggi, è organizzato a Fermo dall’Ufficio per la Pastorale della Sanità della CEI, in collaborazione con la Fondazione Migrantes, la Fondazione Missio e la Caritas italiana, in vista del Congresso eucaristico nazionale di Ancona (3-11 settembre 2011).
“La mobilità – ha spiegato mons. Perego -significa per molte persone perdere i riferimenti essenziali della propria vita: la famiglia, il reddito, la lingua, un popolo”.
“La mobilità rende le persone ‘altri’ a noi stessi, stranieri – ha sottolineato mons. Perego -. In alcuni casi la mobilità rende le persone rifugiati, profughi; in altri immigrati economici; in altre ancora irregolari; talora estranee, escluse dai percorsi di vita e di cittadinanza, fuori dalla città”. Secondo il Direttore generale della Fondazione Migrantes la strada per superare la fragilità nella mobilità è quella di “educare all’incontro, favorire relazioni, sviluppare la cattolicità: non solo celebrare il ‘per tutti’ nell’Eucarestia, ma vivere e costruire il,’per tutti’ nella città”.
Queste, le linee guida di “una cultura e intercultura a cui occorre abituare la città e i cristiani ad abitare la città. Sono le strade di un dialogo, la sola opportunità per camminare e vivere insieme. Sono le strade di una città aperta, che sa tutelare diritti e doveri di ogni persona senza alzare nuovi muri e barriere. Sono le strade di una ‘città per l’uomo’”.