Migrantes a Lampedusa: superata l’emergenza resta l’umanità

Viaggio per “raccontare la Speranza”

Lampedusa – “Benvenuti nell’isola di Lampedusa». A darci la prima accoglienza “vocale”, in occasione del nostro ritorno al di là della Porta del Mondo, è la sorridente hostess di origine tedesca a bordo del velivolo (42 posti in totale ndr), con cui alle 15.36 tocchiamo terra, dopo un atterraggio non certo tranquillo ed un decollo altrettanto turbolento.

 
Siamo lontani da appena un mese, eppure è tanta la voglia di capire subito se a Lampedusa sia veramente cambiato qualcosa, nonostante nelle ultime settimane gli sbarchi abbiano ricominciato ad “occupare” la vita dell’Isola. La terra che ritroviamo non è poi forse tanto diversa da quella che abbiamo salutato un mese fa, ad eccezione delle vetrine delle boutique in versione interamente estiva o dei primi aperitivi che si sorseggiano davanti ai bar ed ai locali che costellano via Roma (la via principale). Non è cambiata invece l’ottima accoglienza che i lampedusani, anche questa volta, mostrano nei nostri confronti e più in generale verso il progetto che la Fondazione Migrantes si propone di portare avanti: raccontare l’altro volto di Lampedusa attraverso il volto dell’Altro. Un volto che rimane immutato agli occhi dei lampedusani, pronti come sempre ad accogliere anche coloro che nelle ultimissime settimane hanno toccato le coste della Sicilia in cerca di aiuto, qualsiasi nazionalità essi abbiano. Un’isola che continua ad aprire le proprie braccia al mondo, oggi come domani, ma che forse proprio a causa di una tale generosità rischia di vedere danneggiata la propria immagine, quella almeno turistica.
Come ci spiega infatti Franco, proprietario del “solito” hotel in cui soggiorneremo nel corso della settimana. Nonostante infatti le cose a Lampedusa vadano meglio, nell’immaginario collettivo-mediatico l’emergenza continua ad essere dietro l’angolo e con essa tutte le preoccupazioni e le ansie che ciò comporta. “Non è un momento facile – afferma l’albergatore – la situazione qui è cambiata, ma, paradossalmente, al tempo stesso non lo è, perché i potenziali turisti continuano ad avere in mente l’immagine di quella Lampedusa, quella con le strade piene di immigrati, dove non è possibile vivere. Ed invece non è più così”.
A confermare le parole di Franco, la prima immagine che ci viene sott’occhio non appena facciamo ingresso in hotel è quella di una hall letteralmente “militarizzata”: decine di ragazzi in divisa occupano i divani di fronte la tv (rigorosamente sintonizzata su sky per seguire lo spoglio elettorale di ieri ndr): eppure Lampedusa, ma soprattutto i lampedusani, non parlano più di emergenza, perché gli sbarchi delle ultime settimane non è così che vengono considerati: si tratta piuttosto della normalità di un’isola che per sua conformazione e collocazione geografica è e sarà destinata ad accogliere l’Altro, senza che però “questo” anzi “questi” facciano paura. Ciò che spaventa i lampedusani è, piuttosto, la sensazione di essere di nuovo abbandonati ai problemi e alle difficoltà di sempre, senza che nessuno ascolti le loro vere ragioni e soprattutto le vere difficoltà: che riguardano non solo la politica delle migrazioni, ma anche il trasporto, la sanità, la mobilità, la scuola.
Non è cambiato neanche il “laborioso” parroco dell’Isola, don Stefano Nastasi, se possibile ancor più “agguerrito” di prima e indaffarato ad organizzare l’accoglienza del cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, a Lampedusa domani mattina.
E ancora presto per dire se si tratti di illusione o di semplice calma apparente, ma in fondo importa poco perché il senso non cambia: ciò che troviamo, anzi ritroviamo, è quell’Isola che, esattamente come un mese fa, esattamente come nei secoli, continua ad essere la terra sempre pronta a venire incontro all’Altro, perché “animata” da una comunità che prova l’irrefrenabile istinto di aiutare e supportare ciascun fratello, accogliendo un profondo ed intimo volere di Dio. Superata l’emergenza resta l’umanità. (E. De Pasquale – Ufficio Migrantes Messina)