Raccontare Lampedusa

Riparte il viaggio della Migrantes nel cuore del Mediterraneo per “Raccontare la Speranza”

Lampedusa – L’esperienza della Fondazione Migrantes a Lampedusa, si è conclusa, lo scorso 17 aprile, con la chiara sensazione che la “missione” nel cuore del Mediterraneo non fosse terminata. Ebbene, a distanza esatta di un mese, quello che fino a qualche tempo fa era solo un presentimento, alimentato forse anche dal desiderio di “coltivare” la grande “ricchezza” trovata in quella terra, è diventato realtà. Perché un gruppo di volontari della Fondazione, dal 16 al 23 maggio, sarà di nuovo nell’ “Isola delle genti” per proseguire il Progetto “La Migrantes a Lampedusa – Raccontare la Speranza”.

 
Si riparte dunque, anzi si continua, perché l’obiettivo dei cronisti volontari Nino Arena ed Elena De Pasquale della Migrantes si Messina coordinati da Santino Tornesi, direttore dell’Ufficio Migrantes della Conferenza Episcopale Siciliana e ideatore del progetto, non cambia: raccontare “l’altro volto” di Lampedusa, mettendo in primo piano il volto dell’Altro.
Il progetto della Migrantes di Messina ha incontrato nella Fondazione Migrantes non una generica attenzione, ma un’adesione e una partecipazione creativa che hanno dato forza e sostanza al progetto stesso e che soprattutto costituiscono la prova della prossimità agli ultimi di una Chiesa in cammino, che si sforza di leggere i “segni dei tempi”, e tra questi la mobilità umana, come la presenza di Dio nella storia dell’uomo. Un interesse che è della Chiesa italiana tutta, che manifesterà la propria vicinanza a Lampedusa, ai Lampedusani e ai migranti, attraverso la presenza del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il quale, già in marzo, aveva elogiato “la generosità e il senso di accoglienza” degli abitanti dell’Isola.
Il card. Bagnasco, in quella stessa occasione, dopo aver rilevato il “generalizzato e profondo disagio” di Lampedusa aveva chiesto “ai responsabili un ulteriore sforzo perché, avvalendosi di tutti gli strumenti anche di quelli comunitari, si dia sollievo all’isola e ai suoi abitanti. Non devono sentirsi soli…”
Riparte dunque da Messina il desiderio di voler proseguire il racconto dei tanti volti incontrati nel primo viaggio a Lampedusa, volti rimasti ben impressi nel cuore e nella mente dei volontari della Migrantes, che anche nel periodo di lontananza dall’Isola hanno mantenuto vivo il legame di profonda umanità creatosi con la comunità. Una comunità da cui i cronisti-volontari si sono sentiti talmente “avvolti” al punto da voler far ritorno sull’Isola anche per restituire, attraverso il loro lavoro, quello stesso calore che gli isolani sono stati pronti ad offrire.
Diverso sarà però lo strumento attraverso cui la Fondazione cercherà, ancora una volta, di dare spazio a Lampedusa e ai suoi abitanti, facendo venir fuori quegli aspetti, forse troppo spesso superficialmente messi da parte, che rendono l’Isola crocevia del Mediterraneo, non solo la “Porta d’Europa” ma ancor di più una finestra sul mondo. Accanto al Diario di Bordo che anche in questa occasione sarà consultabile sull’apposita sezione “La Migrantes a Lampedusa” presente sul sito della Fondazione Migrantes e sul quotidiano online “Migrantes on line” (all’indirizzo www.migrantesonline.it), l’idea dei volontari è quella di raccogliere storie e testimonianze da inserire in un progetto in fase di elaborazione, articolato in più sezioni, da consegnare in settembre alla comunità lampedusana.
Una terra capace di accogliere l’Altro con maggior facilità e semplicità di quanto non si sia provato a fare con gli strumenti della diplomazia; una terra dove una tazza di tè, un caffè, una doccia di ristoro, un pasto caldo, offerti con sincera spontaneità, sono riusciti ad ottenere molto di più di promesse e parole.
Ma l’altro volto di Lampedusa, oltre che ad essere spiegato attraverso la pagina scritta, verrà “dipinto” anche grazie alle riprese montate poi in un video-documentario girato da Nino Bicchieri, fotoreporter e cameraman di grande professionalità, nuovo componente della “squadra” Migrantes, che con entusiasmo, interesse ma al tempo stesso profonda discrezione, ha condiviso con sincera umanità l’obiettivo della Fondazione. Verranno così immortalati e “raccontati” gli scorci più belli e caratteristici dell’Isola, diventata negli ultimi anni anche un’importante meta turistica e per la quale l’azzurro cristallino del Mediterraneo che la circonda, è fonte di ricchezza, di storia, di umanità, ma anche di difficoltà. In quello specchio d’acqua che “profuma” di antiche civiltà, convivono infatti vita e morte, la vita di chi navigandolo riesce ad imboccare una strada di salvezza, la morte di chi attraversandolo, spera di poter cominciare una nuova esistenza ma finisce invece proprio per trovare in quegli abissi il luogo del riposo eterno.
I volontari della Migrantes tornano dunque a Lampedusa per ripartire dalle storie che si snodano e si intrecciano sul quel tavolato discendente verso l’Africa, incrocio di popoli e di razze. Ma il desiderio di poter raccontare tanto altro di questo gioiello del Mediterraneo, è stato stimolato anche dalla condivisione mostrata verso il Progetto da parte della comunità ecclesiale dell’Isola, guidata dal parroco don Stefano Nastasi, sincero estimatore di quello spirito che ha animato e animerà anche la seconda fase del lavoro, voluto, ancora una volta, per “Raccontare la Speranza”. (E. De Pasquale – Ufficio Migrantes Messina)