Bianchi: dobbiamo allenarci perché la società di domani sarà sempre più plurale

Il fondatore della comunità di Bose ieri presente alla Fiera del Libro di Torino

Torino – Oggi noi abbiamo paura, anzi “abbiamo tante paure”. A parlare ieri sera della paura degli immigrati è stato fratel Enzo Bianchi, il priore di Bose, ospite alla Fiera del Libro di Torino.
Enzo Bianchi, rispondendo ad una domanda sulla paura degli stranieri del direttore delle edizioni “Messaggero di Sant’Antonio” padre Ugo Sartorio, ha detto che oggi “abbiamo paura degli stranieri e anche questa paura va presa molto sul serio, anche se bisogna subito dire che essa c’è sempre stata. Una volta gli stranieri erano gli zingari. Certo – ha aggiunto – la presenza di immigrati non era così estesa, quotidiana e drammatica come in certi quartieri delle nostre città. C’è poi chi strumentalizza questa paura per motivi politici e questo dobbiamo chiaramente denunciarlo. Ma la paura va ordinata, è un sentimento da non rimuovere ma da affrontare avendo cura di usare gli strumenti più adeguati per non farsi dominare da essa come la capacità di “governance”, che oggi noi però non vediamo nei nostri politici”.
Oggi il fenomeno dell’immigrazione – ha sottolineato il fondatore della Comunità di Bose – “è forte ma dobbiamo allenarci perché la società di domani sarà sempre più plurale. Dobbiamo abituarci a fare dei cammini di ascolto, di integrazione insegnando ad esempio la nostra la lingua a coloro che giungono da lontano o comunicare loro le nostre abitudini, insomma offrendo cammini umanizzanti. Le sacche di miseria dove si sviluppa la delinquenza nascono proprio dal degrado nel quale si trovano calati al loro arrivo da noi. Venendo alla nostra identità di cristiani, dobbiamo sempre ricordarci che noi per primi siamo stranieri e nomadi per natura. Anzi, i primi cristiani erano addirittura contenti di chiamarsi ‘stranieri’. Cercare Dio significa allora cercare l’uomo e la salvezza è andare avanti verso una sempre maggiore umanizzazione di tutti, perché, anche se osiamo sperare che la misericordia di Dio toccherà alla fine tutti, chi si umanizza si salva.