Piemonte e Valle d’Aosta: Migrantes e Caritas uniti per emergenza profughi

Un documento degli Uffici regionali. Lo pubblichiamo integralmente

Torino – Si stima in circa ottocento persone il numero complessivo degli arrivi di profughi previsti nei primi giorni di maggio 2011 in Piemonte. Dopo il primo contingente approdato in regione prima della Pasqua (circa duecento cittadini tunisini muniti di permesso di soggiorno temporaneo, migranti economici che in buona parte sono già partiti per altre destinazioni nazionali ed internazionali), nei primi dieci giorni di maggio arriverà un gruppo più consistente formato principalmente da persone di origine africana (anche sub sahariana) con le caratteristiche per richiedere asilo o sostegno umanitario. La gestione locale di questo flusso migratorio è stato affidato alle Regioni sotto il coordinamento della Protezione Civile nazionale e locale.

 
Le Chiese piemontesi, in risposta agli appelli dei loro Vescovi, hanno provveduto a reperire alcune risorse di accoglienza a breve, medio e lungo termine come concreto segno di carità e giustizia. In questi giorni si sta passando alla fase operativa, verificando numeri e qualità delle disponibilità messe in campo in riferimento ai bisogni e alle necessità concrete delle persone immigrate.
Le Caritas Diocesane e la Pastorale dei Migranti (Migrante) della nostra Regione Conciliare si sono incontrate giovedì 5 u.s. con la presenza di Mons. Francesco Ravinale – Vescovo incaricato – per fare il punto della situazione e per definire la strategia di intervento e di collaborazione con le Istituzioni preposte a tale scopo, dando così seguito strutturale al percorso iniziato circa un mese addietro. Le risorse di accoglienza sono state ripartite in due direzioni. La prima riguarda accoglienze di pronto intervento, caratterizzate dalla possibilità di accogliere gruppi medi di migranti provenienti dai centri di aggregazione del sud Italia per alcuni mesi. Durante tale lasso di tempo gli operatori provvederanno a fare uno screening delle necessità delle persone – soprattutto dei richiedenti asilo – al fine di definire un progetto di inserimento territoriale (lavoro, casa, autonomia personale) in luoghi diversi e meglio idonei, sparsi su tutto il territorio regionale. I circa duecento posti complessivi offerti dal Ser.Mi.G di Torino, dal Cottolengo di Lemie, dalla Parrocchia di Forno di Coazze, dalla Caritas di Asti e da un ente ecclesiale nella sede di Racconigi sono ormai quasi del tutto saturati. La seconda direzione riguarda, invece, le accoglienze di inserimento, ovvero luoghi in cui i migranti, inseriti in un progetto ad hoc, vengono trasferiti in piccoli gruppi per un tempo medio lungo, alla ricerca dell’inserimento lavorativo e abitativo definitivo Si tratta di posti reperiti in tutte le Chiese del Piemonte in ostelli Caritas, ma anche in alloggi messi a disposizione da famiglie, parrocchie, congregazioni religiose disponibili in modo scaglionato a partire dalla metà di maggio. L’esperienza pregressa della Pastorale dei Migranti e di varie Caritas ha suggerito di destinare le risorse adatte alla seconda accoglienza ad uso esclusivo dei percorsi di inserimento di richiedenti asilo. Senza questo polmone, infatti, si ritiene non possa essere realisticamente affrontata la sfida di integrazione. Anzi, si rischierebbe di creare solo luoghi di parcheggio incapaci di dare futuro alle necessità dei migranti e serenità alla popolazione autoctona. Il coordinamento operativo della progettualità di inserimento sarà centralizzata, affidata al tavolo regionale Non Solo Asilo, nato nel 2008 – su iniziativa di Pastorale Migranti, mondo associazionistico e alcune Istituzioni – come tentativo di sostegno ai richiedenti asilo che non riescono ad entrare nei programmi nazionali loro dedicati. Negli anni di lavoro questo Tavolo è riuscito ad inserire circa duecento persone in venticinque territori diversi della Regione. Per effetto di tale scelta il tavolo in oggetto sarà l’unico autorizzato a proporre alle singole Diocesi possibili inserimenti di migranti inseriti nel progetto. Gli inserimenti della prima accoglienza, invece, sono coordinati con la Protezione Civile regionale. Nella seconda settimana di maggio saranno messi a punto alcuni strumenti operativi che agevoleranno le operazioni. A breve, dunque, le varie disponibilità offerte anche da Parrocchie e famiglie verranno vagliate e su di esse verrà formulata una proposta da verificare con chi offre disponibilità, per valutarne i tempi, i modi, i costi (non necessariamente è richiesta l’assoluta gratuità), gli impegni. Va ribadito che la seconda accoglienza sarà sempre inserita all’interno di un progetto che prevede adeguato tutoraggio dei soggetti: non avverrà uno scarica barile alla generosità dei donatori. Servono ancora disponibilità di piccoli alloggi o opportunità abitative per tempi medio lunghi (da dieci mesi a due anni). Possono essere segnalati alle Caritas Diocesane o agli Uffici di Pastorale dei Migranti delle singole Diocesi. Il cammino dell’accoglienza sarà, dunque, unitario per tutte le diciassette Chiese della nostra regione, in stretto accordo tra Caritas e Pastorale dei Migranti. Un segno concreto di comunione che porterà una sola voce, un solo cuore, un solo modo di operare nel servizio.
Perché tale cammino – reso complesso dai numeri elevati di persone da sostenere – possa avere il miglior successo possibile in termini di qualità si rende necessario che la Regione Piemonte provveda a coltivare il coordinamento appena partito, la sinergia e il coinvolgimento attivo degli Enti Territoriali (Prefetture, Province, Comuni, …): solo una assunzione allargata di responsabilità potrà essere garanzia per lo svolgimento sereno della azione di accoglienza, certo complessa ed esposta a preoccupazione soprattutto da parte delle comunità locali. Parimenti importante provvedere in tempi brevi al rinnovamento del protocollo regionale sull’assistenza sanitaria a questi migranti e instaurare un dialogo serrato per disegnare scenari e azioni da mettere in campo con il 2012, quando saranno terminati i fondi economici nazionali stanziati per la gestione della presente fase emergenziale. In questo modo Caritas Diocesane e Pastorale Migranti ritengono di poter rispondere con responsabilità, professionalità e senso di collaborazione alle necessità dei fratelli migranti e alle attese della gente di Piemonte che, certo, saprà dare alto esempio di amore e giustizia anche in questa situazione. L’invito, rivolto anzitutto alle comunità cristiane, è di accompagnare questo momento con una più intensa preghiera al Padre nel quale tutti siamo figli e fratelli, di promuovere l’approfondimento sulla questione in modo che non si giudichi superficialmente o per sentito dire, di sollecitare il farsi carico anche materialmente di tante persone che soffrono, di essere segno profetico dei beni futuri con scelte concrete nell’oggi della storia. Un modo moderno per rendere ragione alla parola scritta nel Libro dell’Esodo: Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra di Egitto (Es. 22,20). Anche l’annuale incontro delle Caritas Parrocchiali, in programma per sabato 28 maggio p.v. al Colle don Bosco, offrirà spunti di animazione all’accoglienza e al superamento delle diffidenze per le comunità locali.