CDE: presentato a Istanbul il rapporto “Vivere insieme” nella diversità

Dal Gruppo di eminenti personalità del Consiglio d’Europa

Istanbul – A nome del Gruppo di eminenti personalità del Consiglio d’Europa, Javier Solana Madariaga ha presentato a Istanbul durante la sessione del Comitato dei Ministri il rapporto “Vivere insieme”: Conciliare diversità e libertà nell’Europa del XXI secolo. Il rapporto, oltre a tracciare un bilancio delle sfide poste dalla risorgenza dell’intolleranza e della discriminazione in Europa, analizza “la minaccia” e propone “la risposta” per “vivere insieme” all’interno di società europee aperte.

 
Il Gruppo di eminenti personalità, riferendosi ai principi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, pone in risalto otto rischi specifici che minacciano i valori tradizionali del Consiglio d’Europa: la diffusione dell’intolleranza, la dilagante discriminazione (soprattutto nei confronti dei rom e degli immigrati), il crescente sostegno ai partiti xenofobi e populisti, la formazione di società parallele, l’estremismo islamico, la perdita di libertà democratiche, la presenza di una popolazione praticamente senza diritti e il potenziale conflitto tra “libertà religiosa” e libertà di espressione.
Il rapporto sottolinea alcune delle ragioni che si nascondono dietro tale senso di “minaccia”: l’insicurezza derivante dalla crisi finanziaria del vecchio continente e la sensazione di relativo declino, l’immagine distorta dell’immigrazione su vasta scala, gli stereotipi negativi riguardo alle minoranze veicolati dai mass media e diffusi nell’opinione pubblica e la netta carenza di una leadership in grado di tracciare chiaramente la situazione presente dell’Europa e il suo futuro.
“La risposta” delinea 59 “proposte di azione”, le prime 17 delle quali sono definite come “raccomandazioni strategiche” rivolte alle istituzioni europee e agli Stati membri. Il Gruppo individua i principali attori che potrebbero favorire un cambiamento negli atteggiamenti dell’opinione pubblica: gli educatori, i mass media, i datori di lavoro e i sindacati, la società civile, le chiese e i gruppi religiosi, le celebrità e i personaggi pubblici che sono diventati un “modello di comportamento”, i comuni e le città, gli Stati membri, le organizzazioni europee e internazionali.
Nei suoi 17 principi guida, il Gruppo insiste sul fatto che, purché rispettino la legge, non si deve pretendere che gli immigrati “rinuncino alla loro fede, cultura o identità”.
“La diversità è una caratteristica destinata a rimanere costante nelle nostre società, ha affermato il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland. Dobbiamo imparare a convivere con essa, a gestirla, a trarne vantaggio. Sono persuaso che verrà dato un seguito politico a questo rapporto, che eventualmente comprenderà un piano d’azione per affrontare ulteriormente le sfide evidenziate dal Gruppo”.