Sbarchi a Lampedusa: “Ipocrisia a livello Europeo”

Il parroco di Lampedusa, don Stefano Nastasi, parla alla Radio Vaticana

Roma – “Noi viviamo sulla nostra pelle il risultato di una sorta di ipocrisia a livello europeo. Molti ci danno la loro solidarietà a livello internazionale, ma poi in concreto si scarica tutto sul territorio dell’isola”.

 
A parlare è don Stefano Nastasi, parroco di San Gerlando a Lampedusa, in una intervista raccolta oggi da Radio Vaticana.
“Dopo lo sforzo fatto da militari e cittadini per salvare i profughi del barcone arenatosi sugli scogli domenica scorsa – racconta don Nastasi – abbiamo appreso con dolore e amarezza che tre di loro erano morti. Ci eravamo dati da fare durante la notte per aiutare i nostri fratelli. E’ un gesto che riassume bene l’atteggiamento degli operatori umanitari e dei cittadini della nostra isola, gente che non ci pensa due volte a tuffarsi per aiutare i migranti in pericolo”.
“Oggi le istituzioni ci aiutano a soccorrere chi sbarca e ad accelerare i transiti – prosegue il parroco di Lampedusa – ma manca una risposta concreta da parte del Governo nei confronti di un popolo che rimane testimone unico di un cambiamento epocale nel Mediterraneo”.
Secondo don Nastasi è “come se si volesse sacrificare idealmente la nostra isola per salvare il resto del continente”.
“Anche negli altri luoghi, dove vengono trasferiti i migranti in partenza da qui – conclude – è giusto che la Chiesa si mobiliti e si faccia sentire, con una presenza accanto a questi fratelli”.