Tre vittime del naufragio a Lampedusa

Recuperati sotto il barcone che si era incagliato ieri sugli scogli

Roma – Tre cadaveri sono stati recuperati sotto il barcone che si era incagliato ieri sugli scogli a Lampedusa. Lo si apprende dal comando generale della capitaneria di porto. Le tre vittime facevano parte degli oltre cinquecento migranti salvati ieri al loro arrivo nell’isola siciliana. Quando si pensava che un’altra tragedia stesse per compiersi, centinaia di persone finite in mare sono state infatti salvate grazie alla catena umana che ha acciuffato i naufraghi nelle acque basse del molo commerciale e li ha messi in salvo. L’ennesima carretta, scortata dalle motovedette, aveva fatto ingresso nel porto e si apprestava a compiere la manovra d’attracco, ma il timone non ha retto, l’avara meccanica di quel barcone sgangherato ha ceduto quando mancavano pochi metri all’approdo. Alcuni dei migranti, tutti provenienti dall’Africa sub-sahariana, sono finiti in acqua dopo l’urto, altri si sono lanciati in mare per paura che la barca potesse capovolgersi; quasi tutti sono stati salvati quando non era ancora giorno, sotto le luci delle fotoelettriche. Gli uomini delle forze dell’ordine, gli operatori umanitari, semplici cittadini, persino una giornalista si sono lanciati in acqua per portare in salvo i naufraghi, che si aggrappavano a tutto quello che trovavano: cime, salvagenti, pezzi di legno.
«È stato un bel lavoro di squadra», ha commentato al termine delle operazioni il comandante della capitaneria di porto di Lampedusa, Un plauso all’operazione è arrivato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha espresso «sincera ammirazione per le forze dell’ordine e i volontari che hanno salvato centinaia di profughi. L’Italia sta dando prova di solidarietà e spirito di accoglienza; tocca all’Europa fare la sua parte e operare perché la Libia si dia un Governo consapevole delle sue responsabilità».(Osservatore Romano)