Si rovescia barcone, decine di morti

L’imbarcazione era appena partita dalle coste libiche: almeno 600 persone a bordo

 
PALERMOAnnegati, a pochi metri dalla costa, senza che nessuno facesse nulla per salvarli. Potrebbe essere uno dei naufragi più tragici avvenuto nel Mediterraneo negli ultimi anni, quello raccontato ieri dal giornalista somalo Aden Sabrie, che collabora con la Bbc e che ha avuto conferme anche dall’ambasciatore somalo in Libia, Mohamed Abdigani. Secondo le testimonianze raccolte, un barcone con oltre 600 migranti sarebbe naufragato all’alba di venerdì davanti alle coste libiche, nelle vicinanze di Tripoli. Nell’incidente sarebbero morte decine di migranti; altri si sarebbero salvati raggiungendo a nuoto la riva. L’imbarcazione, infatti, sovraccarica all’inverosimile, sarebbe colata a picco subito dopo la partenza, a poche decine di metri dalla spiaggia. Sarebbero stati recuperati 16 cadaveri di somali, tra cui alcune donne e tre neonati, mentre altri 32 risultano ancora dispersi. Ma il numero complessivo delle vittime, provenienti anche da altri Paesi dell’area sub sahariana, sarebbe di gran lunga superiore.
Drammatica la testimonianza di una ventenne che, nel naufragio ha perso il figlioletto di quattro mesi, il marito e un cugino. “Eravamo in 300 su un barcone – ha racconta Ifrah, questo il nome della donna – e siamo partiti dalla Libia, subito dopo c’era un altro barcone con altre centinaia di persone a bordo. Dopo poche ore dalla partenza il nostro barcone si è improvvisamente spezzato – ha ricordato la donna – forse per il peso eccessivo delle persone non ha retto. Io sono caduta in acqua e insieme a me mio figlio di 4 mesi, mio marito e tanta altra gente. È successo tutto proprio vicino al porto di Tripoli”.
La notizia del naufragio ha provocato sgomento negli altri migranti appena giunti sulle coste italiane. Sembra, infatti, che il barcone con oltre 600 migranti fosse partito un’ora dopo un altro, che aveva un numero analogo di persone a bordo. Probabilmente si tratta dell’imbarcazione con 655 profughi giunta ieri notte a Lampedusa, dopo essere stata soccorsa a venti miglia dall’isola dalla guardia costiera. Infatti, quando al centro di accoglienza di contrada Imbriacola i profughi hanno appreso del naufragio, una donna somala appena arrivata è scoppiata a piangere. Aveva appena appreso telefonicamente da alcuni parenti che il figlio, partito con il secondo barcone, sarebbe stato tra le vittime.
Sull’isola delle Pelagie, negli ultimi giorni, gli sbarchi sono continuati uno dopo l’altro. Ieri sera era stata avvistata l’ennesima carretta dei mari stracarica all’inverosimile che trasportava circa 700 persone che erano attese sull’isola in serata.
Venerdì erano stati trasferiti dall’isola con la nave Excelsior oltre mille migranti sbarcati nei due giorni precedenti. Ieri notte 842 migranti provenienti dalla Libia sono stati soccorsi da guardia costiera e guardia di finanza e sono riusciti a mettere piede sul molo. Nel primo bar­cone c’erano appunto 655 profughi, tra i quali 82 donne e 21 minori; nel secondo 187 extracomunitari, tra i quali 19 donne e un minore. Tutti sono stati accompagnati nel centro d’accoglienza, ma il soccorso in mare non è stato semplice. L’acqua era nera quando le squadre di soccorso si sono rese conto che la prima imbarcazione, che stava a galla a stento, era in avaria. Centinaia di uomini, donne e bambini infagottati erano stretti e impauriti. Con il timone fuori uso, la ‘carretta’ era in balia delle raffiche di scirocco e del mare forza tre, a dieci miglia dalla costa di Lampedusa. Così tre finanzieri sono saltati sull’imbarcazione per riparare il guasto alla catena del timone e il vecchio motopesca ha ripreso la navigazione.
Ma, questa volta, lo scafista è stato individuato. Uno dei rari casi di questa ondata migratoria che dall’inizio dell’anno ha condotto sulle coste siciliana migliaia di migranti. L’uomo, che si trovava sull’imbarcazione più piccola, si è presentato alle forze dell’ordine come un egiziano, ma poi si è contraddetto, sostenendo di essere libico. In realtà, secondo la polizia, si tratterebbe di un tunisino.
Ieri, intanto, è giunta a Lampedusa la nave Flaminia della Tirrenia, sulla quale dovrebbero essere imbarcati i profughi. Ma per tutta la giornata è rimasta in rada a causa del mare agitato. Il centro di accoglienza è saturo: ospita oltre 1100 extracomunitari, in gran parte provenienti dall’area sub sahariana, ma anche da Paesi del Nord Africa.
Pare che sempre ieri notte un altro barcone partito da Sfax, intercettato dalle motovedette tunisine, sarebbe stato costretto a tornare indietro con un’ottantina di
immigrati maghrebini. Quanto basta per fare affermare al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che “è la dimostrazione che l’accordo con Tunisi funziona”. (A. Turrisi – Avvenire)