Massa: la protesta dei migranti

“La Chiesa, pur non avendo il potere di risolvere i problemi prospettati, mette a disposizione, per individuarne i contorni e – se possibile – le metodologie per risolverli, le proprie forze, che sono quelle dell’amore verso i fratelli, non guardando alla loro origine

 
Massa – Domenica primo maggio, un gruppo di “migranti” ha, simbolicamente, occupato il chiostro della Cattedrale di Massa con lo scopo di attirare l’opinione pubblica e del Vescovo Santucci, in particolare, sui problemi che da diverso tempo e loro malgrado, li vedono protagonisti. In una nota diffusa dalla Curia nei giorni scorsi, si legge, al riguardo, la puntuale ricostruzione dei fatti. «Sei persone – si sottolinea – di origine africana si sono presentate in Cattedrale a Massa, decise ad occupare la chiesa. Poiché era in corso una celebrazione religiosa, i sei sono stati invitati dal Parroco a recarsi nell’attiguo chiostro, cosa che hanno fatto senza frapporre alcun indugio, notificando, nel contempo, che essi sarebbero rimasti in quel luogo nell’attesa di incontrare il presule. Da quel momento in poi i manifestanti non sono più entrati nella Cattedrale, né mai hanno messo in atto comportamenti disdicevoli o, comunque, non consoni agli ambienti in cui sono stati accolti».
Immediatamente, si sono attivate iniziative di accoglienza, avviando, in primo luogo, un utile confronto, dal quale sono scaturite richieste di sostegno e di aiuto. Al Vescovo hanno domandato di farsi carico del loro complesso problema, relativo alla concessione dei permessi di soggiorno ed alla
soluzione di questioni di lavoro e di accesso alla retribuzione, venuta meno a seguito di rapporti contrattuali stipulati in maniera poco chiara. Ancora nella nota si legge che di fronte a questi fatti, i cristiani, lungi dall’assumere atteggiamenti di preconcetto rifiuto, sono chiamati «alla preghiera ed al dialogo sereno e costruttivo. Ai giovani immigrati, la Chiesa di Massa Carrara – Pontremoli, dopo aver ascoltato la loro esasperazione e compreso la loro situazione di impotenza, attesta la volontà di sforzarsi di enucleare i loro problemi, che sono di vera, grande complessità. La Chiesa locale – si aggiunge – offre loro piena disponibilità e dichiara che è sua ferma intenzione continuare nell’approccio già avviato, finalizzato ad approfondire le loro problematiche, soprattutto di natura legale, anche per farsi tramite con le Autorità e le forze politiche affinché ad essi sia sempre e comunque riconosciuta la dignità di persone, alle quali spettano risposte certe e chiare. La Chiesa di Massa Carrara – Pontremoli ritiene doveroso che la Città ed il territorio sappiano che essa rifiuta logiche che vorrebbero serrate le porte dell’ascolto a chi chiede aiuto per affrontare questioni di non facile soluzione. Per questo la Chiesa, pur non avendo il potere di risolvere i problemi ad essa prospettati, mette a disposizione, per individuarne i contorni e – se possibile – le metodologie per risolverli, le proprie forze, che sono quelle dell’amore verso i fratelli, non guardando alla loro origine, al loro credo religioso, al loro modo di vivere, ma alla loro incalpestabile dignità di esseri umani. La Chiesa sa che non è proprio compito – né vuole lo sia – l’assumere posizioni su aspetti di natura politico/ideologica, ma, con tutta la forza della propria autorevolezza che le viene dal Vangelo, chiede alle forze politiche ad ai cittadini di non addentrarsi in pericolosi percorsi che si risolvano nella strumentalizzazione per fini politici della sofferenza di alcuni giovani, i quali oggi si
sentono traditi nelle loro attese e non sanno individuare le modalità per uscire da una situazione che svilisce la loro dignità di uomini». Infine un invito alle persone che hanno la possibilità di farlo di «affrontare concretamente i loro problemi  nelle sedi competenti e con gli strumenti che la norma può offrire, facendosi loro prossimo e collaborando per una chiara e civile soluzione di quanto sta accadendo e che non può lasciare nessuno indifferente” (Via Apuana).