Mons. Dal Covolo: l’esperienza di itineranti è “connaturata al nostro credere in Gesù Cristo”

Un convegno oggi a Roma alla Laternanense su “Emigrazione e multiculturalità”

Roma – “La memoria della situazione nomadica – ben nota alla Bibbia e ai Padri – può avere una duplice valenza: in primo luogo quella di non attribuire ai propri meriti, e dunque di non considerare un privilegio personale, i benefici che si sperimentano con la sedentarizzazione; in secondo luogo l’invito a non coprire di disprezzo colui che vive ancora la situazione dell’erranza, ossia il nomade”. E’ quanto ha affermato questa mattina mons. Enrico Dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense, salutando i partecipanti al convegno “Emigrazione e multiculturalità: croce su cui morire o risorgere”, promosso dalla Cattedra Gloria Crucis, istituita dai Padri Passionisti presso la Lateranense dal 2003.

 
“L’esperienza di itineranti è, oltretutto – ha aggiunto – connaturata con il nostro credere in Gesù Cristo, che scelse il nomadismo come condizione dell’annuncio del Regno”. E parlando dell’attualità mons. Dal Covolo ha detto che in questi giorni “drammatici per il continuo arrivo dei pericolanti barconi di immigrati a Lampedusa, si fa davvero pressante l’invito a riconoscere in questi ‘poveri cristi’ l’immagine del Dio ‘povero’, nato in una grotta di fortuna da genitori ‘erranti’”.
“Di fronte al povero e al sofferente – ha detto il Rettore – non è lecito a nessuno girare la testa altrove, o lasciarlo morire, in nome di principi astratti o di convenienze egoistiche”. È dunque importante, ad esempio, “garantire adeguate strutture di prima accoglienza, magari favorendo – in base al principio della sussidiarietà – quelle organizzazioni della società civile impegnate su questo fronte, che dimostrano competenza ed efficienza in materia”.
“Mi sembra che operativamente – ha concluso – si debba partire da qui, per parlare di Croce e di Risurrezione in riferimento ai migranti: anche da noi, in Italia, in questo tempo opaco di maggiore o minore prosperità materiale, che comunque rischia di trasformarci tutti in ricchi epuloni, che neppure s’accorgono del povero Lazzaro, languente sulla soglia di casa”.
Al convegno interverranno, fra gli altri, il filosofo Antonio Livi, il giurista Vincenzo Buonomo, il biblista Mario Collu, il patrologo Gianni Sgreva, il politico Luca Volontè, il teologo Guglielmo Borghetti e i pedagogisti Salvatore Currò, Grazia Maria Costa e Paolo Orlandini.