Calabria: una mostra delle ospiti del Cara di Isola Capo Rizzato

Dal titolo “Etnicamente Donna”

Isola Capo Rizzuto – E’ stata inaugurata nei giorni scorsi presso i locali del Palazzo Vescovile di Isola Capo Rizzato la mostra di opere realizzate dalle donne ospiti del Centro d’Accoglienza per Richiedenti Asilo di S. Anna.

 
Alla mostra dal titolo “Etnicamente donna” hanno partecipato il Governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto Leonardo Sacco, il correttore spirituale della Confraternita don Edoardo Scordio, il critico d’arte Giuseppe Parisi, le operatrici del laboratorio delle donne Eugenia Caiazza e Dafina Hantyuk insieme alle donne-artiste, il curatore della mostra Aurelio Petrocca, il direttore generale Avv. Pasquale Ribecco ed i responsabili della Misericordia di Isola, ente gestore del Centro.
Nell’ambito dei festeggiamenti in onore della Madonna Greca, l’esposizione rimarrà aperta fino al 10 maggio
“Questa mostra – ha sostenuto Leonardo Sacco – intende sfatare l’idea che l’immigrato è un delinquente o nel caso della donna una prostituta. Gli immigrati sanno anche essere degli artisti e questo significa che forse noi nel nostro territorio abbiamo molto da apprendere da loro”. L’intenzione è quella di rendere itinerante la mostra “Etnicamente Donna”: “vogliamo favorire il processo di integrazione con l’intero territorio – ha spiegato – soprattutto nel momento in cui il Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo ha continuato a lavorare tranquillamente nonostante l’emergenza. La mostra è il frutto del lavoro che viene svolto quotidianamente all’interno della struttura. Un lavoro reso possibile dalla ottima sinergia tra le forze dell’ordine, la Prefettura l’Ente Gestore, gli operatori della Misericordia che hanno acquisito una professionalità tale che anche i numeri più grossi non ci fanno paura”.
Il materiale della mostra è stato realizzato usando del materiale riciclato, attentamente conservato da Aurelio Petrocca (curatore della mostra). “Il materiale – ha spiegato il critico Parisi – è stato trasformato e riletto in oggetti curati e visivamente gradevoli da quelle ‘lovers’ per il mondo secolare la cui abilità si esprime con una attualità a volte minima (la serie di bonsai imperlati con un lavoro certosino), a volte più complessa come nella creazione di “abat-jour” con oggetti d’uso comune. Ciò che ne viene fuori è una donna creatrice che si lascia tentare dalle modulazioni creative occidentali innestandole con la propria tradizione come l’uso elementare e decorativo di elementi geometrici”.