Giovanni Paolo II: i marittimi ringraziano

Nel 1997 ha promulgato il motu proprio “Stella Maris”

Gioia Tauro – Ne giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II, voglio offrire un piccolo contributo. In questi giorni mi è capitato di leggere, e di vedere, anche, alcuni dei tanti servizi che i media hanno proposto in occasione dell’evento. Ai fatti salienti del suo Pontificato, desidero aggiungere uno che, anche se non ha avuto la notorietà di altri, non per questo è meno importante, si tratta del motu proprio “Stella Maris” promulgato Il 31 gennaio del 1997.
Le persone che vivono a terra sono molto superiori, numericamente parlando, di quelli che lavorano e vivono sulle navi, i marittimi appunto. Come spesso accade l’attenzione, in quasi tutti i settori della vita, è rivolta alla consistenza numerica e perciò i pochi sono inglobati in scelte e servizi non sempre corrispondenti alle loro esigenze.  Può sembrare anacronistico spendere delle energie per poche persone, la Chiesa, con Giovanni Paolo II, invece l’ha fatto. Col motu proprio “Stella Maris” ha rivolto lo sguardo e dilatato il cuore verso queste “presenze invisibili” considerandoli figli di Dio al pari di tutti.
“In considerazione delle singolari circostanze in cui si svolge la vita della gente del mare, e attesi i privilegi che da tempo la Sede Apostolica ha concesso a questi fedeli, si dispone quanto segue:
I marittimi possono soddisfare per l’intero corso dell’anno il precetto pasquale circa la santa comunione, dopo aver ascoltato in precedenza un’adeguata predicazione, o catechesi intorno al medesimo precetto… “.
La paternità riverberata nelle parole e nelle norme del documento se da una parte dice che queste persone sono presenti nel cuore di Dio dall’altra apre una prospettiva nuova nella concezione del tempo e dello spazio. Lontani dalla terraferma, lontani dai loro Paesi, lontani dalle loro famiglie, i marittimi e la “gente di mare” sono nel cuore di Dio sempre e ovunque. Questo documento non solo si è preoccupato di ricordare i precetti, cosa è richiesto per vivere un’appartenenza, ma ha offerto l’aiuto, creando le condizioni, a poterli vivere e così ha detto loro che non sono soli. La Chiesa non è una persona ma è dove c’è la persona e perciò non c’è tempo o spazio che possa limitare l’abbraccio misericordioso di Dio.
Rileggendo il documento ho visto anche la dimensione profetica di Giovanni Paolo II, quell’indicare cioè, alla luce della Parola di Dio e della Tradizione della Chiesa, un oltre. E non è una forzatura nel dire che detto Documento non solo è attuale ma contiene degli input utili al nostro tempo, un’indicazione chiara sull’atteggiamento che si dovrebbe avere verso i nuovi bisogni anche di chi lavora a terra.
Molte volte quando salgo sulle navi per incontrare i marittimi mi sento dire: “Se non ci foste voi nessuno, si ricorderebbe di noi” perciò il mio grazie a Dio che con Giovanni Paolo II ha fatto sentire la sua vicinanza a tutti gli uomini, esprime e comprende il grazie di tutti i marittimi. (don Natale Ioculano)