La voce degli emigrati

La stampa cattolica italiana in Europa

Roma – Giovanni Paolo II e i migranti, l’incontro interreligioso di Assisi nel 1986, un rapporto su razzismo e xenofobia in Italia. Sono gli argomenti di cui parlano gli editoriali dei giornali cattolici italiani in Europa (Gcie), aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici). In Europa le Missioni Cattoliche sono 160, con circa 300 missionari (molti in età avanzata). Alcune delegazioni nazionali e Missioni hanno ultimamente investito nella comunicazione ecclesiale, scegliendo di aderire alla Fisc e costituendo una propria delegazione. Ne fanno parte “Migranti-press” (Fondazione Migrantes – Italia), “Il Corriere degli Italiani” (Svizzera), “Corriere d’Italia” (Germania), “Nuovi Orizzonti Europa” (Francia, Belgio, Lussemburgo), “La Voce degli Italiani” (Inghilterra) e “Webgiornale.de” (Germania). Si tratta per lo più di mensili che uniscono all’uscita cartacea newsletter settimanali e aggiornamenti on line sui rispettivi siti.

 
Giovanni Paolo II e i migranti.
“Accoglienza, tutela della dignità di ogni persona nel lavoro, nella famiglia, rispetto, integrazione”. Queste le “parole più importanti” del magistero di Giovanni Paolo II su migranti, rifugiati e rom, riportate da Giancarlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes, su Migrantes online (Italia). Perego ripercorre i 27 anni di pontificato, a partire dalla “visita a Canale d’Agordo e nella diocesi di Belluno, il 26 agosto 1979”, nella quale “Giovanni Paolo II ricordò come quella terra, dopo la prima guerra mondiale, fu ‘una terra di perdurante e sempre triste necessità dell’emigrazione, sia essa permanente o stagionale'”. Ancora, “nel suo primo discorso all’Onu, il 2 ottobre 1979, ricordò tra i diritti fondamentali della persona, ‘il diritto alla libertà di movimento e alla migrazione interna ed esterna'”. Papa Wojtyla, evidenzia Perego, espresse “una cura per i migranti, un’accoglienza aperta, soprattutto per i più disperati, che è molto presente nell’omelia della beatificazione del vescovo Giovanni Battista Scalabrini (1997) e nei discorsi e nel messaggio del Giubileo del 2000”. E “anche ai rom Giovanni Paolo II ha dedicato attenzione nel suo magistero”. Il direttore della Migrantes riporta infine “un passaggio di grande attualità” tratto dal discorso pronunciato “per la beatificazione di Zefirino Gimenez Malla, primo zingaro salito agli onori degli altari: ‘È necessario che si superino antichi pregiudizi, che vi hanno portato a soffrire forme di discriminazione e di rifiuto, che talvolta conducono a un’inaccettabile emarginazione del popolo zingaro'”.
Lo spirito di Assisi.
Ricorda la “foto storica” di “un pontefice cattolico biancovestito, allineato in fila multicolore con i leader di altre religioni mondiali” Renato Zilio, Direttore della Voce degli Italiani (Inghilterra). Era il 27 ottobre 1986 e “l’incontro di Assisi diede inizio a un cammino nuovo di scoperta dell’altro, del suo mondo religioso e di apprezzamento vicendevole”. A 25 anni da quell’appuntamento interreligioso, lo spirito di Assisi “rende cosciente ogni comunità cristiana che la dimensione in cui viviamo oggi in Europa è ormai un paesaggio pluri-religioso. Non più solo cristiano. Questo significa una nuova autocoscienza di sé e insieme la sfida dell’apertura all’altro. Il mondo multiculturale di oggi si fa invito ad ognuno a un viaggio spirituale di enorme portata e di grandi conseguenze. Ma anche a ritrovare il punto di gravità della propria religione, il cuore della propria fede. Non perdendosi, così, nei dettagli. Per quella cristiana il centro sarà unicamente l’amore e i suoi differenti volti come il dialogo, la solidarietà, l’umiltà, la gratuità e la perdita di sé. Non il senso di grandezza, di efficienza o di onnipotenza, che a volte ci perseguitano. È quello, in fondo, che Francesco insegnava con la sua stessa vita e Giovanni Paolo II suggeriva con una splendida foto di gruppo in un luogo benedetto: Assisi”.
Razzismo e xenofobia.
Su razzismo e xenofobia si concentra Webgiornale.de (Germania), partendo da un recente rapporto dell’Ong “Human Rights Watch”. “Secondo le conclusioni dell’ampio rapporto – rileva – l’Italia è un Paese in cui stanno crescendo sentimenti razzisti, alimentati ad arte in maniera da risultare del tutto sproporzionati alla situazione attuale del Paese”. “La ricerca – spiega – è stata condotta da un lato valutando la situazione giuridica in Italia in termini di razzismo e xenofobia e giudicando gli interventi della politica in materia”; “dall’altro attraverso testimonianze dirette”. Emerge che “oltre a un clima reso sfavorevole agli immigrati da esigenze elettorali, e una legislazione orientata alla sommaria identificazione tra immigrati e criminali, sono stati svuotati di significato anche gli strumenti messi a disposizione dalla legge per l’osservanza dei diritti umani”. “La situazione italiana – rimarca la testata – appare particolarmente insidiosa proprio perché esiste una precisa e attiva volontà ad agire in senso contrario a quanto prescrive la Convenzione dei diritti umani, e quindi non vi sono reali tentativi di trovare una soluzione al problema”.