Benedetto XVI ai fedeli di Lampedusa: “proseguire opera solidarietà verso fratelli immigrati”

Questa mattina un gruppo di lampedusani in piazza San Pietro per l’udienza generale del Papa accompagnati dal vescovo mons. Montenegro

 
Città del Vaticano – Un appello ed un invito all’accoglienza verso gli immigrati è venuto questa mattina da papa Benedetto XVI al termine dell’udienza generale in Piazza San Pietro. Salutando i fedeli provenienti da Lampedusa e presenti, fra la folla, all’udienza insieme al vescovo di Agrigento mons. Francesco Montenegro e al parroco don Stefano Nastasi il papa li incoraggiati “a continuare nel loro apprezzato impegno di solidarietà verso i fratelli migranti, che trovano nella loro isola un primo asilo di accoglienza.
Benedetto XVI ha auspicato “che gli organi competenti proseguano l’indispensabile azione di tutela dell’ordine sociale nell’interesse di ogni cittadino”.
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta in Piazza San Pietro dove
Il papa,  proveniente in elicottero dalla residenza pontificia di Castel Gandolfo, ha
incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa ha incentrato la sua meditazione sul significato della
risurrezione di Cristo, ““cuore del mistero cristiano”: “Cristo risorto dai morti è il fondamento della nostra fede. Dalla Pasqua si irradia, come da un centro luminoso, incandescente, tutta la liturgia della Chiesa, traendo da essa contenuto e significato. La celebrazione liturgica della morte e risurrezione di Cristo non è una semplice commemorazione di questo evento, ma è la sua attualizzazione nel mistero, per la vita di ogni cristiano e di ogni comunità ecclesiale, per la nostra vita”. Infatti, “la fede nel Cristo risorto trasforma l’esistenza, operando in noi una continua risurrezione”.
Come possiamo allora far diventare “vita” la Pasqua? Come può assumere una “forma” pasquale tutta la nostra esistenza interiore ed esteriore? Secondo il Papa, “dobbiamo partire dalla comprensione autentica della risurrezione di Gesù: tale evento non è un semplice ritorno alla vita precedente, come lo fu per Lazzaro, per la figlia di Giairo o per il giovane di Nain, ma è qualcosa di completamente nuovo e diverso”. La risurrezione di Cristo, ha osservato il Pontefice, “è l’approdo verso una vita non più sottomessa alla caducità del tempo, una vita immersa nell’eternità di Dio”. “Nella risurrezione di Gesù – ha avvertito Benedetto XVI – inizia una nuova condizione dell’essere uomini, che illumina e trasforma il nostro cammino di ogni giorno e apre un futuro qualitativamente diverso e nuovo per l’intera umanità”