Lampedusa: conclusa la missione “Raccontare la Speranza”

L’iniziativa promossa dalla Migrantes

Lampedusa – Si è conclusa un’operazione esaltante e unica nel suo genere: quella che ha portato tre volontari della Fondazione Migrantes a Lampedusa per dare voce, sul proprio sito e sul nostro periodico alla comunità cattolica locale. Per quattro giorni Santino Tornesi, Direttore dell’Ufficio Migrantes della Conferenza Episcopale Siciliana, e i volontari-cronisti Elena De Pasquale e Nino Arena, sostenuti dall’attenzione del Direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Giancarlo Perego, hanno incontrato il parroco don Stefano Nastasi, il viceparroco Vincent Mwagala e numerosi altri lampedusani, raccogliendone paure, aspirazioni e speranze.

 
Potremmo chiamarlo giornalismo di prossimità o di servizio che ha consentito alla Fondazione Migrantes di raggiungere un piccolo grande obbiettivo, quello di testimoniare, attraverso il proprio sito, il senso vero e profondo dell’accoglienza di cui è stato ed è capace il popolo lampedusano di fronte ai migranti che sono giunti sull’isola spinti dal bisogno e dalla speranza. Anche nei giorni in cui Lampedusa era più simile a un carcere a cielo aperto che a un luogo di vacanza baciato dalla bellezza, quando la politica aveva fatto crescere il numero dei disperati in fuga lasciando i lampedusani soli davanti all’emergenza, questi hanno avuto la forza di diventare soccorritori e infermieri del corpo e dell’anima. Giorni memorabili per l’isola, che ha saputo dare una profonda lezione di tolleranza e serenità quando sulla terraferma in tanti sembravano già essere preda di una crisi di nervi. Pescatori che uscivano in mare per catturare pesci che poi avrebbero dato ai migranti bloccati sull’isola, donne che si alzavano nel cuore della notte per distribuire tè e caffè, raccolte e distribuzioni di abiti e scarpe organizzate dalla parrocchia e da altre associazioni. Il senso concreto della solidarietà ha pervaso l’intera comunità: poco prima dei giorni della Quaresima i lampedusani hanno vestito chi chiedeva di essere vestito, hanno sfamato chi non aveva cibo, hanno accolto nelle proprie case chi non aveva un riparo.
E’ stata una esperienza che abbiamo condiviso in pieno e che ha dato a chi ha avuto la bontà di seguirci la possibilità di conoscere meglio l’isola di Lampedusa e la sua magnifica gente. Persone, uomini e donne, che dietro le quinte si sono prodigate per chi arrivava ed aveva bisogno di comprensione ed accoglienza. Erano persone che fuggivano da situazioni difficili: andavano capiti ed ascoltati. E’ quello che hanno fatto i lampedusani. Grazie (R.I.)