Il messaggio del Pontificio Consiglio dei Migranti per la Giornata Mondiale del Circo

Che si celebra domani con numerose iniziative

Città del Vaticano – La Giornata Mondiale del Circo, indetta dalla Fédération Mondiale du Cirque, sotto l’alto patrocinio della Principessa Stéphanie di Monaco e che si celebra domani, intende “far conoscere il grande contributo del circo come parte vitale della cultura umana”. Lo sottolinea il Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itinerant in un messaggio nel quale si “rende omaggio a tutti gli artisti circensi, ai lavoratori del circo e a tutti coloro che vegliano sulla sicurezza degli spettatori con grande senso di responsabilità personale e collettivo”. Il dicastero vaticano rinmgrazia le istituzioni, le associazioni, i volontari e le comunità circensi che domani “consentiranno in particolare ai giovani e ai ragazzi di assistere alle prove degli artisti e di avvicinare gli animali, permettendo così di familiarizzare con questo mondo affascinante che mette in mostra luci, colori e attrazioni, mentre cela una realtà quotidiana non priva di tensioni, rischi e difficoltà”. La Chiesa – si legge nel messaggio – segue con “materna sollecitudine il mondo del circo, che offre spazi privilegiati per rompere la solitudine e superare l’anonimato, per apprezzare la bellezza di giochi ed esibizioni, di esercizi atletici e artistici, e per ridestare una speranza, che è apportatrice di pace interiore pur fra sofferenze, ansie e frustrazioni della vita” e, riconosce “il valore sociale, culturale e pedagogico dei circhi, che fa di essi luoghi straordinari di aggregazione, ove i circensi possono svolgere un’azione educativa, peculiare della loro arte, soprattutto nel dialogo con i più piccoli”. Il circo – si legge nel messaggio – “favorisce la socializzazione, aiuta a sviluppare creatività e fantasia”. Da qui l’auspicio che la Giornata Mondiale del Circo sia occasione “propizia per ricordare agli Stati e ai Governi il loro dovere di tutelare i diritti dei circensi, affinché anch’essi possano sentirsi, a tutti gli effetti, parte integrante della società. Le Amministrazioni pubbliche si sforzino di riconoscere il valore socio-culturale dello spettacolo circense, contrastando ogni eventuale forma di marginalità e di pregiudizio nei confronti dei circhi, e le Istituzioni pubbliche favoriscano la professionalità dei giovani artisti del circo”.

 
“Dove, infine, l’esibizione artistica circense si avvale della collaborazione degli animali, dimostrando che l’uomo può stabilire con essi relazioni di intesa e di affascinante bellezza”, il presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti mons. Antonio Maria Vegliò, “raccomanda che i proprietari dei circhi vigilino sull’adeguato trattamento degli animali, tenendo conto del loro benessere”.