Borghi (ANCI): i ristorni dei frontalieri non si toccano

Oltre 45mila italiani. A rischio circa 36 mln di euro per i nostri Comuni di confine

Roma – “Le ripercussioni del voto politico nel Canton Ticino di domenica scorsa, ed il rischio del blocco del pagamento del ristorno delle tasse di frontalieri e la messa in discussione degli accordi italo-elvetici in materia, destano forte preoccupazione nell’Anci, l’Associazione dei Comuni Italiani.

 
“Sono oltre 45 mila gli italiani che ogni giorno partono da molte città e Comuni del Piemonte, Alto Adige, Valle d’Aosta e soprattutto Lombardia per lavorare in Svizzera- afferma il Vicepresidente dell’Anci con delega alla montagna, Enrico Borghi, secondo il quale l’accordo bilaterale italo-svizzero del 1974 prevede che “i ristorni sulla remunerazione dei lavoratori frontalieri, che vengono attribuiti dalla Comunità elvetica a titolo di compensazione finanziaria, siano ripartiti ai Comuni per il tramite delle province e delle Comunità montane delle Regioni Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e della Provincia autonoma di Bolzano. Il mancato trasferimento di queste somme metterebbe a serio rischio servizi fondamentali per le comunità quali quelli relativi a scuole, mense e assistenza sociale, e toglierebbe ogni forma di possibilità di investimento agli Enti locali montani transfrontalieri, oltre a infrangere un patto tra Stati che non è mai stato messo in discussione in questi anni”.
Considerato il fatto che la quota pro-capite per ogni lavoratore frontaliero, determinata dal Ministero dell’Economia, è attualmente pari a 817,6844 euro, il valore complessivo del ristorno annuo a favore dei territori confinanti italiani e’ di oltre 36 milioni di euro.
“Riteniamo che i diritti dei nostri lavoratori debbano essere tutelati e difesi – aggiunge Borghi- e che i nostri Comuni di confine non debbano essere usati come arma contundente per uno scontro di politica estera che ci auguriamo non si inneschi e sul quale chiediamo da subito l’attenzione delle autorità italiane. Come Anci stiamo valutando quali iniziative mettere in campo in tal senso. Sarebbe gravissimo se ai piccoli Comuni montani di confine, già provati dai recenti tagli ai trasferimenti centrali e dalle problematiche legate alla specificità montana, venisse sottratto anche questo finanziamento”.
Analoga preoccupazione è espressa anche da Mauro Guerra, Vicepresidente Anci e Coordinatore nazionale Anci piccoli Comuni. “Il venir meno del trasferimento di queste somme, destinate ad investimenti per i piccoli Comuni di frontiera, oltre a determinare una ingiusta ed inaccettabile ferita al sistema di relazioni italo-elevetiche – sottolinea – porterebbe un danno notevole ai Comuni di confine ed alle loro comunità”.