Lingua e immigrazione

Una inchiesta della Società Dante Alighieri sull’integrazione in italia

Roma – Oggi in Italia gli stranieri costituiscono una risorsa imprescindibile: contributo al PIL dell’11,1%, versamenti annui alle casse dello Stato di 11 miliardi di contributi previdenziali e fiscali, crescita di imprese controllate da cittadini stranieri dal 2000 al 2010 del 200,7%, più di 50 mila studenti stranieri iscritti nelle università italiane, più del 3% della totalità. Parte da questi dati l’inchiesta pubblicata sul nuovo numero di “Pagine della Dante”, trimestrale d’informazione della Società Dante Alighieri, che su questo tema ha interpellato Caritas Italiana, Fondazione Migrantes e Movimento “Nuovi Italiani”. Punto centrale dell’indagine: la legge-svolta del 4 giugno 2010, il Decreto Maroni che ha reso obbligatoria la conoscenza della lingua italiana per l’ottenimento del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo. Lingua, immigrazione e integrazione: tre elementi dunque indivisibili e al centro di numerosi dibattiti e polemiche.
È risaputo che la conoscenza della lingua del Paese di accoglienza è molto importante nei processi di inclusione lavorativa e sociale – spiega don Vittorio Nozza, Direttore della Caritas Italiana -. Per questo è necessario promuovere tutte le azioni utili affinché i migranti possano accedere a queste opportunità. Tale considerazione, però, deve essere sostenuta da misure che non risultino eccessivamente onerose per il migrante e per l’amministrazione pubblica”.
Incontrare e accogliere una persona significa iniziare da subito un percorso di riconoscimento dell’altro e di inclusione – afferma mons. Giancarlo Perego, Direttore Generale della Fondazione Migrantes -. Non si può costruire un percorso di inclusione alimentando la paura, la diffidenza e l’indifferenza nei confronti degli stranieri che, purtroppo, sono atteggiamenti che riguardano 6 italiani ed europei su 10”.
Più severo Mohamed Radwan Khawatmi, Presidente del Movimento “Nuovi Italiani”: “La mia Società è un raro esempio nel macrocosmo italiano, ma purtroppo non esiste una politica governativa a sostegno di questa realtà. Noi abbiamo proposto la creazione dell’“Alto Commissariato per l’immigrazione” al fine di trasformare la questione da un problema a una grande risorsa per l’Italia, ma il nostro Governo purtroppo è impegnato in altre questioni”.
Il fondamentale ruolo della lingua italiana in ambito immigratorio è sottolineato nelle interviste ai quattro Enti certificatori – “Dante”, Università degli Studi Roma Tre e per Stranieri di Perugia e Siena -, che ribadiscono la necessità della certificazione linguistica quale modello per una migliore integrazione. Dello stesso avviso Stefano Bruno Galli de “La Padania”; critica, invece, la posizione dell’Accademia della Crusca.