Lampedusa: non si spengano i riflettori sugli stranieri arrivati

Dimenticando le esigenze dei nuovi arrivati e di tutti gli stranieri già presenti da diverso tempo in Italia

Lampedusa – “La protezione temporanea è una scelta politica che io reputo opportuna”. E’ quanto ci dice il direttore dell’Ufficio Regionale Migrantes della Conferenza Episcopale Siciliana, Santino Tornesi parlando della situazione degli immigrati che in questo periodo stanno arrivando nell’isola siciliana di Lampedusa.

 
“Riguardo l’incendio appiccato dai minori di Lampedusa alla struttura messa a disposizione dalla parrocchia – afferma Tornesi – non mi sento di colpevolizzare nessuno: il problema è a monte, l’improvvisazione con cui si sta reagendo a questa ondata migratoria crea esasperazione sia nei migranti che nei cittadini italiani. Temo che dietro a questa apparente impreparazione all’accoglienza vi sia una duplice motivazione: scoraggiare le nuove partenze dal Nord Africa e far sì che l’Europa prenda parte attiva, in maniera più efficace, nella gestione di un afflusso eccezionale che sta interessando le coste del nostro Paese”. “Parlando telefonicamente con alcuni genitori dei minori sbarcati a Lampedusa – ha aggiunto Tornesi – ho avuto modo di rendermi conto dei presupposti per la partenza: le famiglie hanno investito gran parte dei loro averi per poter permettere a questi ragazzi di rincorrere il sogno di una vita dignitosa, fatta di lavoro e sacrificio, ma lontana dalle privazioni a cui erano state sottoposte durante il regime antidemocratico dell’ex presidente”. Riguardo il mercato del lavoro “ nei prossimi dieci anni avremo bisogno dell’ingresso di centinaia di migliaia di nuovi lavoratori stranieri, necessari a reggere il sistema Italia. A metterlo nero su bianco non è un sindacato, né un’associazione di categoria; bensì il Ministero del Lavoro. Dunque di che temere? Abbiamo bisogno di loro!”, spiega il direttore Migrantes che aggiunge: “l’unica idea che onestamente mi preoccupa è che, spenti i riflettori su Lampedusa, ci si dimentichi dell’esigenze dei nuovi arrivati e di tutti gli stranieri già presenti da diverso tempo in Italia. Mi riferisco al bisogno di regolarizzare la loro posizione lavorativa, di facilitare la procedura per il permesso di soggiorno e quella per la richiesta di cittadinanza. Onestamente è da diverso tempo che noi di Migrantes assistiamo a iter burocratici molto lenti che penalizzano il protagonismo dei migranti”.
“La Chiesa – conclude – si deve sentire interpellata, per dare voce a queste ingiustizie e promuovere quei percorsi di integrazione che valorizzano la convivialità delle differenze in una comunità multietnica e multireligiosa”.