Cnel: gli adolescenti immigrati sono integrati e sentono la società italiana simile alla propria

Una ricerca del CNEL curata dalla Fondazione Silvano Andolfi, presentata stamani nel Parlamentino di Villa Lubin. Lo studio è stato realizzato su un campione di 751 adolescenti, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, di cui 414 di origine straniera e 337 di origine italiana (gruppo di controllo), rec

Roma – Hanno molti amici, possiedono il cellulare, amano la musica e vestire alla moda, navigano su Internet. Non vanno in discoteca, non fumano, non bevono, non si fanno le canne, non marinano la scuola e raramente fanno tardi la sera. Si ritengono integrati, si riconoscono nella nostra società molto più dei loro coetanei italiani e credono che la famiglia sia una risorsa per l’integrazione.

 
Il profilo degli adolescenti immigrati di Seconda Generazione è chiaramente descritto in una ricerca del CNEL (Organismo Nazionale di Coordinamento per le Politiche di Integrazione Sociale degli Stranieri), curata dalla Fondazione Silvano Andolfi, presentata stamani nel Parlamentino di Villa Lubin. Lo studio è stato realizzato su un campione di 751 adolescenti, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, di cui 414 di origine straniera e 337 di origine italiana (gruppo di controllo), reclutati all’interno delle scuole medie superiori.
Dallo studio emerge che la quasi totalità del campione (90%) è arrivato in Italia nella primissima infanzia dall’Europa dell’Est (29,3%), dal Nord Africa (27,8%) e dall’Asia (24,7%) ed è in prevalenza di religione mussulmana (44,2%). Gli adolescenti immigrati appartengono a famiglie più numerose rispetto a quelle dei coetanei italiani, in cui la madre è nella maggior parte dei casi casalinga (38,9%) o lavora come collaboratrice domestica/badante (29,2%), mentre il padre è operaio (40,1%). Per la maggior parte dei ragazzi intervistati (64,5%) la propria famiglia è una risorsa per l’integrazione e nel 70% dei casi tutti i componenti parlano italiano anche in casa. La seconda generazione afferma nella stragrande maggioranza dei casi di sentirsi vicina allo stile di vita italiano (79%) e i tre quarti del campione ritiene che la propria famiglia sia bene integrata in Italia, dove la società non è poi così diversa dalla sua. Gli italiani, invece, ritengono più degli stranieri che le proprie famiglie disprezzino la nostra società e sentono di non somigliarle.
I giovani immigrati non hanno grandi difficoltà scolastiche, né problemi di integrazione con compagni e insegnanti, ma nemmeno molta voglia di studiare. Sognano di aiutare economicamente la famiglia (64,5%) e trovare un lavoro stabile e sicuro (63,4%), di andare a vivere all’estero (44,6%) e di frequentare l’università (40,1%). Riguardo la partecipazione sociale, il 54,8% è motivato ad aiutare gli altri e a migliorare la società in cui vive riferendosi, nel 18% dei casi, ai fenomeni di razzismo e discriminazione. Tuttavia, i giovani immigrati non sono molto ottimisti: ben il 76,7% degli adolescenti pensa di non avere alcuna possibilità di cambiare il mondo.