Trapani: tendopoli e sicurezza

Il sito per l’accoglienza sembra inadeguato

Trapani – Si chiama Kinisia l’aeroporto militare dismesso in cui è stata allestita la tendopoli. Quest’ultima è pronta ad accogliere i migranti  sbarcati negli ultimi giorni a Lampedusa. Ci sono già novanta tende ed altre probabilmente ne verranno installate in base alle circostanze. A presidiare la zona dovrebbero pensarci un centinaio di uomini delle forze dell’ordine. E i migranti sono attesi, tra polemiche e preoccupazioni, da un momento all’altro: qualcuno parla di ore, qualcun altro di giorni. E tutto ciò accade mentre gli abitanti della zona manifestano la loro palese disapprovazione per la scelta  messa in atto. Da diversi giorni infatti gli abitanti della località “Rilievo” (il toponimo sembra emblematico in tali circostanze), attraverso cortei e proteste, si interrogano sull’incolumità dei loro familiari, specialmente per le donne ed i bambini. Ma la problematica più fondata sembrerebbe essere un’altra: l’allarme rifiuti tossici nel perimetro della tendopoli. I terreni che circoscrivono l’ex pista militare sembrerebbero infatti essere stati usati, da diversi anni, come discariche abusive di materiali tossici e pericolosi, come eternit ed amianto. Alcune foto documentative sono state persino sottoposte all’attenzione del primo cittadino, il quale sta verificando la fondatezza delle segnalazioni. Non bastando ciò, nei palazzi della politica trapanese, vengono segnalati altri pericoli per l’incolumità pubblica. Da un comunicato del consigliere provinciale Matteo Angileri, capogruppo di Alleanza per la Sicilia, emerge infatti il rischio di incidenti stradali nelle prossimità della tendopoli. Il comunicato riporta: “la strada per arrivare nella zona in questione passa attraverso un tratto della statale che collega Trapani con la città di Marsala che in atto è completamente buia”. Quindi il problema è di visibilità notturna. Gli automobilisti che si ritroveranno ad incrociare pedoni lungo la carreggiata infatti rischieranno di mietere vittime, se la zona non verrà adeguatamente illuminata. E la domanda che si pone è: come è possibile che dopo essere fuggiti dalla guerra civile, aver attraversato il Mediterraneo in condizioni precarie, aver dormito all’addiaccio a Lampedusa, si possa approdare in una tendopoli circondata da supposti rifiuti tossici e vetture che sfrecciano al buio? Nel frattempo si “at-tende”. (D.Meo)