La voce degli emigrati

La stampa cattolica italiana in Europa

Roma – Il passaggio della prolusione del card. Bagnasco al Consiglio permanente Cei su guerra, profughi e sui quattro bambini rom morti nel rogo della loro baracca; il futuro della Cina; la Quaresima. Sono gli argomenti di cui parlano gli editoriali dei giornali cattolici italiani in Europa (Gcie), aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici). In Europa le Missioni cattoliche sono 160, con circa 300 missionari (molti in età avanzata). Alcune delegazioni nazionali e Missioni hanno ultimamente investito nella comunicazione ecclesiale, scegliendo di aderire alla Fisc e costituendo una propria delegazione. Ne fanno parte “Migranti-press” (Fondazione Migrantes – Italia), “Il Corriere degli Italiani” (Svizzera), “Corriere d’Italia” (Germania), “Nuovi Orizzonti Europa” (Francia, Belgio, Lussemburgo), “La Voce degli Italiani” (Inghilterra) e “Webgiornale.de” (Germania). Si tratta per lo più di mensili che uniscono all’uscita cartacea newsletter settimanali e aggiornamenti on line sui rispettivi siti.

 
I compiti dell’Italia. “II dramma della guerra, dei profughi e degli immigrati dell’Africa e del Medio Oriente, insieme al ricordo-esame di coscienza a partire dai quattro bambini rom morti a Roma nell’incendio al campo nomadi, sono due dei passaggi di grande attualità della prolusione del presidente della Cei, il card. Angelo Bagnasco” al Consiglio permanente”, ricorda Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, in una nota per Migrantes online – www.migrantesonline.it (Italia).
“Bella – commenta Perego – l’immagine di un’Italia ‘ponte’, ‘strada di confine’, limes utilizzata dal card. Bagnasco per indicare la vocazione sociale dell’Italia in Europa, in questo forte e drammatico tempo di migrazioni forzate e naturali, dove la cittadinanza si vive non nel disinteresse, ma nell’assunzione forte di una responsabilità sociale e politica verso i nostri fratelli africani, soprattutto giovani, che si esprime nelle diverse forme di interdipendenza”, quali “lo scambio culturale, le relazioni economiche giuste, la cooperazione internazionale, la tutela dei diritti, il diritto di migrare”. Inoltre “la vicenda drammatica, che ha scosso l’Italia, della morte dei quattro bambini rom, a causa del rogo nella loro baracca, ispira al presidente della Cei – aggiunge il direttore della Migrantes – l’invito a rafforzare percorsi di accompagnamento in rete, graduali, a tutela di diritti e doveri, dentro la città, superando forme di razzismo ed esclusione che purtroppo ritornano”.
Il futuro della Cina. L'”acceso dibattito” che si sta sviluppando in Cina “sul futuro del Paese” è oggetto dell’editoriale del Corriere degli Italiani (Svizzera).
“Gli apparati – osserva il giornale – ribadiscono la giustezza della via socialista allo sviluppo cinese che sta ottenendo successi strabilianti non solo economici, bensì anche dal punto di vista pratico. Tuttavia, con altrettanta decisione, viene scartata l’ipotesi dell’adozione di un piano quinquennale di sviluppo come da prassi (passata) delle realtà del cosiddetto ‘socialismo reale’. Ma non si lascia nemmeno spazio all’adozione di un modello occidentale di organizzazione della società e dei diritti civili e fondamentali, per esempio con un insieme di libertà, più partiti, un sistema parlamentare decentrato, vista la estensione geografica della nazione”.
“La società cinese, tuttavia – prosegue il giornale – non può continuare ad essere disattenta alla domanda di libertà che emerge dalla società che costituisce oggetto di piccole battaglie individuali, come il superamento del limite del ‘figlio unico’. (…) La maggiore circolazione delle informazioni, viceversa, sta estendendo a questo Paese certe paure generalizzate, come nel caso del terremoto giapponese quella per gli impianti nucleari. O per via della crisi mediorientale, il timore di subire un ridimensionamento energetico che metterebbe in crisi la crescita economica”.
Quaresima. “Quest’anno non siamo partiti”, esordisce Renato Zilio, direttore della Voce degli Italiani (Inghilterra), ricordando il pellegrinaggio quaresimale dei giovani italiani che veniva fatto gli anni scorsi “da una città stupenda come Marrakech fino a un autentico deserto come il Sahara. Un lunghissimo percorso a piedi, in bus o su un cammello, accompagnati invisibilmente da Abramo, da Mosè, dai discepoli di Emmaus…”.
“Il filo rosso – sottolinea Zilio – era l’ascolto: un difficile e fecondo cammino di apertura all’altro e d’accoglienza del suo mondo differente”.
“Lungo il percorso – racconta – ci accoglievano piccole comunità cristiane. Ci mostravano in terra d’islam il volto di una Chiesa fragile, umile, vigile nella preghiera, sollecita nella solidarietà con un popolo di religione musulmana e di cultura arabo-berbera. Per noi erano anche una guida per entrare in una società e in una fede tanto differente”. E se quest’anno “non siamo partiti”, tuttavia “tutti i giovani in questa Quaresima – conclude – con il loro cuore sono già laggiù”.