Europa: gli stati violano i diritti fondamentali dei migranti

Una ricerca sui migranti conclude che l’esclusione sociale è la diretta conseguenza delle politiche di deterrenza degli Stati

Bruxelles – In tutta Europa a migliaia di migranti viene precluso l’accesso all’istruzione, alle cure mediche, all’alloggio, ai servizi sociali e alle opportunità di impiego.

 
Domani mattina, il JRS presenterà testimonianze di prima mano su come le politiche dei governi contribuiscano direttamente all’esclusione sociale dei migranti nel continente. Lo annuncia oggi il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati
La conferenza stampa, che si terrà presso Les Ateliers des Tanneurs, Bruxelles, prevede l’intervento di tre relatori principali: Simon Tesfamichael, rifugiato eritreo, che parlerà della sua esperienza di esclusione sociali in Italia; Louise Zanré, direttore del JRS UK, che descriverà come le politiche statali “costringano i migranti all’esclusione sociale, sulla base del suo contatto quotidiano con migranti in condizione di povertà estrema a Londra” e Stefan Kessler, senior policy e advocacy officer del JRS Europa, farà delle raccomandazioni basate sul rapporto 2010 Vivere in un limbo [Living in Limbo], che documenta l’esclusione sociale dei migranti in 13 Paesi europei.
“L’attuale crisi migratoria a Lampedusa è un indicatore di una più generale incapacità dell’Europa di garantire i diritti fondamentali dei migranti. Se gli Stati dell’UE non sono in grado di tutelare i diritti dei migranti a breve termine, a lungo termine rischiano di alimentare l’esclusione sociale. La povertà estrema è una spirale discendente verso la perdita della dignità di essere umano. Una volta che i migranti vi cadono, è difficile e costoso tirarli fuori da questa situazione”, dice Kessler.
Il JRS ha costituito una rete ampia – che comprende sindacati, associazioni di medici, esperti di formazione e organizzazioni specializzate in migrazioni – per sviluppare strategie comuni per rispondere all’esclusione sociale dei migranti in Europa. Anche se la natura e l’entità dei problemi può variare da Stato a Stato, è chiaro che l’UE deve giocare un ruolo per offrire soluzioni comuni.