Mons. Marcianò: “tutti dobbiamo essere interpellati dalla carità”

L’arcivescovo di Rossano-Cariati interviene dopo lo sbarco di ieri sulle coste calabresi di 30 persone, la maggioranza minori

Rossano – “È bello se in noi si accende il desiderio di carità: e come non pensare, proprio in questo giorno, alla peculiare prova di carità che è richiesta a tutti noi dopo gli sbarchi di stranieri sulle nostre coste?”. Lo ha detto questa mattina l’arcivescovo di Rossano-Cariati parlando dello sbarco di ieri, sulle coste della diocesi, di un’imbarcazione con circa 30 egiziani, soprattutto minorenni, accolti a Cariati.

 
“È vero: chi lavora in questo campo o chi riceve dalla Chiesa un mandato – ha aggiunto il presule che parlava durante la celebrazione per la conclusione dell’iter diocesano della causa di beatificazione di mons. Alessandro Vitetti – ha una diretta responsabilità in questi casi. Tutti, però, siamo interpellati dalla carità: e, oggi, dobbiamo interrogarci su come prepararci a gestire un’emergenza che, sempre più, coinvolge per intero l’Italia ed anche la nostra terra. Dobbiamo prepararci – ha concluso il presule – da un punto di vista organizzativo, certamente: ma dobbiamo preparare il cuore ad una santità che si fa vera accoglienza, ospitalità, rispetto, amore… ‘Chi non si dona muore’! Con don Alessandro, ripetiamo tutti noi che la vita nella santità inizia a risplendere da qui”.
Anche il basso Ionio cosentino, quindi, comincia ora ad essere interessato dal fenomeno degli sbarchi, già rilevante in altre zone della Calabria. Immediato è stato il soccorso organizzato e predisposto dalla Protezione civile, in sinergia con le forze dell’ordine e la parrocchia di Cristo Re di Cariati il cui parroco, don Mosè Cariati ha subito offerto i locali annessi alla chiesa per la necessaria prima assistenza, con viveri e servizi. I profughi sono stati accolti poi accolti presso il centro di prima accoglienza diocesano Giovanni XXIII e il seminario di Rossano, dove sono stati alloggiati.