Immigrati: persone a casa e a scuola

L’incontro di “Voci nell’Agorà” sulla lettera del vescovo di Brescia alle comunità cristiane

Bienno – Nuove famiglie, nuove comunità è il tema affrontato nella serata di lunedì 21 marzo a Bienno in Valle Camonica. La Sala della comunità ha ospitato la prima tappa in provincia, dopo l’esordio cittadino alla Stocchetta, di “Voci nell’Agorà”, sei incontri sul territorio a partire dalla lettera del vescovo Monari “Stranieri, ospiti, concittadini”: una lettera rivolta alle comunità cristiane sulla pastorale degli immigrati. Se nei confronti degli stranieri si assiste quasi sempre a un ragionamento utilitaristico (sono considerati come forza-lavoro), Monari parla, invece, di persone. Persone nella loro interezza: non si possono, quindi, comprare delle braccia staccate dal loro corpo, cioè sradicate dalla famiglia e dagli affetti più cari. Padre Mario Toffari, direttore della Migrantes di Brescia, a fine serata ha puntato il dito contro l’ipocrisia di chi (legislatori ma anche comunità civile) accetta l’immigrato come lavoratore, ma non lo accoglie come persona; sul tavolo c’è senza dubbio l’annoso problema dei ricongiungimenti familiari.

La sfida è, secondo il direttore Migrantes, rappresentata dalla scuola e dalla famiglia: “Se perdiamo la scommessa su scuola e famiglia, perdiamo la scommessa sul futuro”. La serata di riflessione si era aperta con la proiezione delle interviste sul territorio che hanno evidenziato bene le diverse risposte presenti sul campo dinnanzi a un fenomeno complesso come quello migratorio. La voce della Valle Canonica è stata portata dal giornalista Francesco Gheza che ha sviscerato alcuni dati e ha presentato le istituzioni, dalla Comunità montana all’Asl, che si confrontano quotidianamente con l’immigrazione.
Prima dello spazio per le domande dal pubblico, i tre relatori – moderati da Massimo Venturelli – hanno raccontato il fenomeno migratorio visto dal loro osservatorio. Giuliana Bertoli, assessore ai Servizi sociali di Palazzolo, ha ricordato che la crisi ha reso ancora più poveri gli immigrati con l’esemplare testimonianza di un pakistano disoccupato con quattro figli. Carla Bisleri, sociologa e già assessore a Palazzo Loggia, si è soffermata sull’importanza della scuola (“la finestra sul domani” senza cedere alla tentazione delle classi ghetto) nel processo di integrazione e sui compiti della politica attingendo dalla sua esperienza (il sorriso, l’accoglienza e la cittadinanza sono le tre fasi che hanno contrassegnato il suo impegno amministrativo nei confronti degli immigrati). Mario Sberna, presidente dell’associazione Famiglie numerose, ha sottolineato come le famiglie immigrate siano famiglie a tutti gli effetti e in quanto famiglie devono essere una cellula fondamentale della società. (L. Febbrai – La Voce del popolo)