Trapani: una giornata di preghiera e riflessione su pace e diritti umani

Promossa dalla diocesi per domenica 27 Marzo

Trapani – “Siamo di fronte ad un imponente dramma umano”. Così mons. Francesco Miccichè, vescovo di Trapani, è intervenuto sulla questione libica, privilegiando il fronte del flusso migratorio ad essa legato e ricordando l’importanza della «logica della solidarietà”, che deve sempre precedere quella “egoistica dell’utile”.

 
“Si avverte qualcosa di nuovo rispetto al passato – scrive il presule dei profughi in arrivo dal Nordafrica –: in loro sembra viva la gioia della liberazione, la possibilità di sperare, ma una visione miope del fenomeno in corso rischia di tramutare un’emergenza umanitaria in un problema di sicurezza e di acuire vecchie e nuove paure nei confronti degli immigrati”.
In questi giorni il precipitare degli eventi internazionali “eppure così vicini a noi – scrive mons. Miccichè – c’impone una riflessione ed un impegno di preghiera e di solidarietà, una rinnovata fede nel dialogo e nel primato della dignità di ogni persona umana”. La politica “sembra non prendere posizione sulla sorte dei migranti mentre ci chiediamo che fine hanno fatto eritrei, somali, etiopi, ivoriani, ganesi,nigeriani trattenuti in Libia”. Per il presule occorre alzare la voce “per dire tutta la nostra contrarietà alla gestione di un fenomeno che ha bisogno di essere governato non dalla logica egoistica dell’utile, ma solo dalla logica della solidarietà. Le rivolte popolari in Egitto e Tunisia, il disastro umanitario che da troppo tempo vivono l’Eritrea, la Somalia e altri stati del corno d’Africa e la guerra che in atto insanguina la Libia hanno profonde ripercussioni anche sul nostro territorio diocesano. Paura per un conflitto – prosegue il vescovo – vicino dagli esiti imprevedibili, preoccupazione per i problemi economici che alcuni effetti collaterali del grave momento che stiamo vivendo come paese possano avere anche sul nostro territorio, a partire dalla chiusura dell’aeroporto civile di Trapani-Birgi”.
Il presule chiede che in tutte le sante messe che saranno celebrate nella diocesi domenica prossima vengano aggiunti alla Preghiera dei fedeli due intenzioni: “perché la marea umana che dall’Africa si riversa sulle nostre coste interroghi le nostre coscienze e non ci lasci né indifferenti né passivi, ma ci spinga ad amare di più e a servire la causa dell’uomo che soffre, preghiamo; “perché davanti all’immane tragedia della guerra possiamo reagire con forza, coltivando in noi propositi di concordia e perché coloro che hanno responsabilità ad ogni livello possano percorrere la via del dialogo che porta alla pace, preghiamo”.