I diritti non si sgomberano

Presentato ieri un appello per politiche di integrazione

Milano – Negli ultimi due anni a Milano sono stati effettuati oltre 360 sgomberi di campi abitati da Rom e Sinti che hanno coinvolto alcune centinaia di nuclei familiari presenti da tempo sul territorio cittadino.

 
In questi anni gli sgomberi e le ruspe “non hanno risolto nulla, anzi – con un grosso dispendio di risorse pubbliche – hanno contribuito a rendere ancora più difficile e drammatica la vita delle famiglie Rom, ed in particolare di alcune centinaia di bambini, aumentando il loro disagio e la loro esclusione dal tessuto sociale. Oltre che non risolvere il disagio di chi vive in prossimità dei campi”, si legge in un appello firmato da diverse associazioni e che è stato presentato ieri alla Camera di Commercio di Milano.
In questi anni a Milano “c’è però anche chi ha scelto – si legge nell’appello – di incontrare questi volti, queste persone, di costruire rapporti di vicinanza, di considerarli i nuovi vicini di casa o i nuovi compagni di banco. A volte dopo uno sgombero sono partite inaspettate catene di solidarietà, che hanno avuto anche risalto sui mass-media locali e nazionale, ma queste reazioni pur importanti non sono sufficienti”. Alcune associazioni e gruppi ma anche singoli cittadini, maestre e genitori hanno “costruito” con le famiglie Rom dei “rapporti basati sulla fiducia, imparando a superare diffidenze e paure reciproche. Sono nati così progetti di integrazione abitativa, lavorativa, scolastica. Queste persone hanno scelto di vivere così il proprio ruolo di cittadinanza attiva per costruire una città più vivibile e quindi più sicura per tutti, proprio perché più accogliente”.
Da questa esperienza nasce l’appello alla città “I diritti non si sgombrano”: un appello rivolto all’amministrazione perché “opti per politiche di vera integrazione ed abbandoni la logica degli sgomberi, appello però rivolto anche al tessuto civile di questa città perché ritrovi il gusto della partecipazione alla costruzione di una città capace di tutelare i diritti di tutti al di là delle appartenenze etniche e culturali”.