Lampedusa: immigrati arrivati a quota 5.400

Raddoppiata la popolazione. Gli isolani continuano a dire no alla tendopoli e chiedono che il governo tenga un consiglio dei ministri in loco. L’arcivescovo Montenegro: aiutare l’isola

Palermo – Lampedusa non vuole la tendopoli, ma l’isola si è già trasformata in un enorme accampamento di immigrati. Basta guardarsi attorno per capire che non c’è più dove metterle quelle 5.400 persone che dal Nord Africa sono giunte sulle coste più meridionali d’Europa e che hanno fatto improvvisamente raddoppiare la popolazione delle Pelagie. Lampedusa, assieme a Linosa, conta circa seimila abitanti, e in questi ultimi giorni di emergenza sta scoppiando. Ci sono migliaia di migranti stipate nel centro d’accoglienza, che avrebbe solo 850 posti; altre migliaia accampate nella stazione marittima, costretta a dormire all’aperto, in situazione di precarietà igienica; altre centinaia di persone sistemate alla meglio su una collinetta. I pochi bagni chimici e le docce arrivati via nave non bastano per tutti. Di notte c’è freddo e umidità, di giorno si respira tensione fra gli immigrati che vorrebbero andare via e gli abitanti che non tollerano più questa situazione di abbandono. Oggi la nave San Marco dovrebbe arrivare a Lampedusa per ospitare in mare parte degli immigrati presenti sull’isola. Lo annuncia il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che aggiunge: “Entro un paio di settimane vareremo le misure compensative per quanto sta subendo l’isola di Lampedusa”. Rassicurazioni che il sindaco, Bernardino De Rubeis, accoglie con ottimismo: “Tiriamo un sospiro di sollievo Siamo felici per la decisione del governo Berlusconi, che abusando un po’ della pazienza dei lampedusani, ha dimostrato grande vicinanza a questa terra”. Nelle ultime 24 ore sono arrivati 1.470 immigrati con 13 diverse imbarcazioni, di cui 450 approdati nella scorsa notte e altri 40 migranti sbarcati in porto nel pomeriggio. Si fa fatica a tenere il conto. Una situazione esplosiva su cui interviene con forza anche il consiglio pastorale parrocchiale dell’isola, che ribadisce alcune posizioni sostenute nei giorni scorsi dall’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro. “L’arrivo in massa dei migranti deve essere al centro di un programma di accoglienza con la creazione di centri spalmati sul territorio italiano, in modo da non gravare solo sull’isola che rischia di trasformarsi in una polveriera – si legge in un documento – . Vanno perciò intensificate e accelerate le turnazioni per il trasferimento dei migranti in altre strutture”. La parrocchia guidata da don Stefano Nastasi ha anche lanciato un appello “agli uomini di governo”, ai quali è stato ricordato che i lampedusani “sono più vicini alla Libia, più di qualunque cittadino italiano, e certamente più di chi siede su uno scranno di governo”. I problemi di Lampedusa sono stati al centro di un incontro nella sede della Presidenza della Regione siciliana a Palermo tra l’amministrazione comunale dell’isola e il governatore Raffaele Lombardo. Nell’immediato l’amministrazione comunale chiede lo svuotamento dell’isola dai profughi, incrementando il ponte aereo, lo spostamento di una nave militare che faccia da navetta per i profughi, dirottandoli su altri porti, e la programmazione di una riunione del consiglio dei ministri a Lampedusa. Il Comune ribadisce il no alla tendopoli. Tra gli interventi anche la moratoria per mutui ed esenzione fiscale per il 2011 e la zona franca a fiscalità zero o di vantaggio, ma anche l’implementazione del pronto soccorso, il rifacimento delle strade e iniziative per la promozione del turismo. (A. Turrisi – Avvenire)