Brescia: immigrati a quota 185mila

Triplicati in 10 anni e sempre più integrati

Brescia – Una presenza significativa e in crescita, costretta a fare i conti con gli effetti della difficile congiuntura e con altri “ostacoli” che, tuttavia, non fiaccano la volontà di integrazione, superiore alla media lombarda. È la fotografia degli stranieri in provincia di Brescia, delineata dall’annuario 2010 del Centro interuniversitario di ricerca sulle migrazioni di Brescia (Cirmib), che presta attenzione anche al capitolo lavoro e prende spunto dai dati dell’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità della Lombardia (Orim). I dati sono stati presentati ieri durante un convegno alla Cattolica di Brescia. La popolazione proveniente da Paesi a forte pressione migratoria, iscritta nelle anagrafi provinciali del territorio è cresciuta significativamente (circa del 250% dal 2001), attestandosi a 156mila unità a luglio 2009. Il totale, aggiungendo le categorie “regolare non residente” e “irregolare”, entrambe raddoppiate nello stesso lasso di tempo, si attesta a quota 185mila considerati anche gli arrivi dagli Stati dell’Est Europa. In merito al capitolo irregolari dallo studio emerge che, dopo una significativa riduzione del fenomeno a ridosso della sanatoria della Bossi-Fini, si è registrata successivamente una ripresa. Le nazionalità più numerose in provincia di Brescia sono quelli di romeni e marocchini, circa 24mila unità ciascuna. Al terzo posto gli albanesi (22.800), quindi indiani (15.900) e pakistani (13.600), senegalesi (8.700), ucraini (7.500) e ghanesi (7.000). Per quanto riguarda il grado di istruzione il confronto a livello regionale mostra che a Brescia la popolazione straniera con almeno il diploma è al di sopra di 3 punti percentuali rispetto alla media regionale; per i laureati il dato è sotto di circa 4 punti. In provincia, secondo i dati Cirmib, è confermata la tendenza alla stabilizzazione (3 immigrati su 10 sono in Italia da più di dieci anni), nonostante le difficoltà emerse recentemente sul fronte del lavoro: dopo un’oscillazione della percentuale di disoccupati, dal 9% nel 2002 al 4% nel 2007, nel 2009 la percentuale di stranieri senza occupazione si è attestata al 12%, in linea con la media regionale. In merito alla partecipazione alla vita civile, la maggior parte degli immigrati è interessata a votare in Italia, con quote che passano dal 59% tra le donne al 70% tra gli uomini. (C. Guerrini – Avvenire)