Anche gli stranieri in festa per i 150 anni dell’Unità d’Italia

La manifestazione alle Colonne di San Lorenzo a Milano, dove i rappresentanti delle comunità di immigrati hanno letto gli articoli fondamentali della Costituzione. Don Quadri, Direttore della Migrantes di Milano: “Bisogna fare in modo che la nostra Italia diventi una Repubblica interculturale”

Milano – Tra le numerose iniziative milanesi per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia, alle Colonne di S. Lorenzo si sono riuniti i rappresentanti di molte associazioni di immigrati stranieri, futuri cittadini italiani.

 
La manifestazione è nata su iniziativa della Migrantes della diocesi di Milano Pastorale (tra i presenti il responsabile don Giancarlo Quadri), di diverse associazioni, dei Giuristi cattolici e della Comunità di Sant’Egidio, che ha scelto gli stranieri a cui è stata affidata la lettura degli articoli fondamentali della Costituzione (in italiano e nella loro lingua). Al microfono si sono alternate le voci di rumeni, filippini, brasiliani, eritrei, nigeriani, presentatisi sul palco portando al petto la coccarda tricolore. Dal corso per stranieri sulla Costituzione organizzato negli ultimi due anni, è nata l’idea di celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia anche con la presenza di questi nuovi cittadini.
Seppure poco pubblicizzata, l’iniziativa ha visto la presenza di molti cittadini, riunitisi grazie a un efficace passaparola. Significativa anche la partecipazione delle istituzioni cittadine (il Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri e i rappresentanti della Provincia e della Regione Lombardia). Anche il Sindaco Letizia Moratti ha portato un caloroso saluto e ha partecipato al coro dell’Inno di Mameli, cantato da tutta la piazza al termine. L’inno nazionale piace moltissimo agli stranieri: prima della lettura degli articoli fondamentali della Costituzione, un coro di filippini, con fascia tricolore sul busto, ha cantato l’inno sotto il palco, emozionando i presenti e meritandosi uno scrosciante applauso.
Per il Consigliere comunale Andrea Fanzago è stata “una iniziativa assolutamente opportuna. Uno dei temi di questa festa è proprio la presenza di persone che provengono da Paesi lontani e che hanno tutti i diritti di rivendicare un senso di appartenenza a una comunità che non è la loro, ma che è quella che li dovrebbe accogliere in quanto nuovi cittadini”.
“Una manifestazione molto gioiosa, come piace a noi”, aggiunge don Quadri, che rievoca tre momenti della storia d’Italia da lui vissuti. Il primo si lega alla sua infanzia “quando il sindaco era il papà del Comune e di tutta la gente. Nessuno si sognava mai di vedere nel sindaco un partito. Poi c’erano il parroco, il farmacista, il maresciallo. Allora l’Italia era così, si viveva in una famiglia”. Il secondo momento è legato agli attuali cambiamenti “che non sempre condividiamo, ma che bisogna accettare, perché siamo una nazione in cammino. Anche noi siamo migranti e quindi dobbiamo impegnarci tutti con buona volontà a portare avanti i cambiamenti giusti. Anche un certo federalismo, purché sia fatto bene, senza individualismo o egoismo, ma fatto di maggior comunione e unità”. Il terzo momento è quello più interessante, importante e attuale, perché proprio segnato dalla presenza degli stranieri alla festa. “L’Italia – conclude don Quadri – prima o poi si dovrà aprire. Non può restare sempre un riccio chiuso, come purtroppo alcune note attuali fanno presagire. Bisogna fare in modo che la nostra Italia diventi una bella Repubblica interculturale, che abbracci tutti i nuovi cittadini. Tre momenti della storia d’Italia. ( S. Mengotto)