Nuovi arrivi di tunisini a Lampedusa

L’UNHCR ritiene che il flusso “non sia correlato alla crisi in atto in Libia. La maggior parte di loro infatti è in cerca di lavoro e di migliori opportunità economiche, piuttosto che di protezione internazionale”.

Lampedusa – Sono quasi tutti giovani uomini tunisini i passeggeri delle 25 imbarcazioni che nelle ultime 24 ore hanno trasportato 1.900 persone sull’isola di Lampedusa. Supera così quota diecimila il numero totale dei cittadini tunisini arrivati in Italia dalla metà di gennaio. Le barche – secondo le informazioni a disposizione e fornite dall’UNHCR – partono da varie località della costa tunisina. Il personale dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati presente sull’isola è impegnato ad aiutare le autorità italiane nel gestire la situazione.

 
In base ai contatti con i tunisini che arrivano in Italia, l’UNHCR ritiene che il flusso “non sia correlato alla crisi in atto in Libia. La maggior parte di loro infatti è in cerca di lavoro e di migliori opportunità economiche, piuttosto che di protezione internazionale”.
Ciò è confermato – si legge in una nota – dal personale delle Nazioni Unite e delle agenzie partner che operano in Tunisia. Alcuni villaggi – riferiscono – si sono svuotati della popolazione di uomini giovani e sono rimasti solo donne, bambini e anziani. Questo genere di flusso “non è insolito nei paesi in transizione” e l’UNHCR è “ben consapevole delle molte pressioni che gravano al momento sulle autorità tunisine. È dal dialogo tra i governi interessati che devono scaturire soluzioni al fenomeno, che possono prevedere anche il ritorno – ordinato e dignitoso – delle persone che non risultano aver bisogno di protezione internazionale. Così come intese per stabilire opportunità di migrazione per motivi di lavoro che soddisfino le necessità dei paesi che si affacciano su entrambi i lati del Mediterraneo”.