Migrazioni Terra Santa: da Chiese risposte accoglienti e solidali

Mons. Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, a Gerusalemme per un convegno sulla pastorale per gli immigrati

Gerusalemme – Solo chiese aperte, ospitali, formate e con strutture adeguate possono affrontare, alla luce del Vangelo, la questione delle migrazioni in tutte le sue implicazioni personali, sociali, economiche, politiche. E’ quanto afferma mons. Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti, che domani interverrà, a Gerusalemme, all’Assemblea degli Ordinari cattolici di Terra Santa dedicata al tema “Sfide pastorali. La pastorale per gli immigrati, i rifugiati: la situazione attuale e le sfide in Giordania, in Israele, a Gerusalemme e in Palestina e a Cipro”.

 
Nel suo discorso, anticipato oggi dal Pontificio Consiglio dei Migranti, mons. Vegliò ribadisce che “l’accoglienza e l’ospitalità sono ancora la caratteristica fondamentale del ministero pastorale tra i migranti, i rifugiati e gli sfollati; esse sono la garanzia che noi ci indirizziamo verso l’altro come persona, atteggiamento che comporta un ascolto attento ed una condivisione di vita”. Ciò implica anche “lo sforzo per trattare in maniera efficace il problema dello spostamento, della violenza, dei traumi, della restituzione e della ricostruzione delle proprietà e delle misure economiche per aiutare i migranti a rifarsi una vita. In questo sforzo la Chiesa è guidata dai principi della sua Dottrina Sociale”.
Nel sottolineare che “le Chiese non possono rispondere alla situazione dei rifugiati e dei migranti divise e in modo disgiunto”, il presidente ravvisa la necessità della “preparazione di preti, religiosi e laici nel campo dell’analisi sociale radicata nel magistero sociale della Chiesa”, a cominciare dai seminari. “Lettere pastorali che affrontino i temi della discriminazione e del razzismo, il sostegno a politiche e leggi in difesa dei diritti dei migranti” sono strumenti che possono sensibilizzare la Chiesa e la società.
Mons. Vegliò giudica, poi, “necessaria” anche la collaborazione con la Chiesa di origine dei migranti. “Commissioni miste per le migrazioni delle Conferenze episcopali potrebbero essere istituite per una cooperazione ulteriore”. Il tutto inserito all’interno del “ministero della riconciliazione, urgente in situazioni di conflitto” come quello in Terra Santa che rischia, tra l’altro, “di privare i luoghi cristiani della presenza dei fedeli. Conosco la situazione degli sfollati a Cipro, degli iracheni, del popolo palestinese che deve fare fronte alla distruzione delle sue case, alla confisca delle sue terre e alla perdita di mezzi di sussistenza. La riconciliazione rappresenta un elemento essenziale per trovare delle soluzioni”. (www.agensir.it)