Immigrazione: al CIE di Ponte Galeria la protesta dei tunisini fuggiti dal caos del Nord Africa

Il Garante dei detenuti: “disperati in fuga dalla guerra trattati come detenuti”

Roma – Hanno annunciato l’avvio dello sciopero della fame e della sete alcuni degli 87 tunisini costretti a vivere, da oltre un mese, nel Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria per aver cercato rifugio, sulle coste italiane, dal caos e dai disordini divampati nel loro Paese. Lo rende noto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni.

 
Sulla vicenda dei profughi tunisini “ingiustamente” rinchiusi nel CIE nei giorni scorsi il Garante aveva anche inviato una lettera al Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraio, informa una nota.
Gli 87 nordafricani erano sbarcati a Pantelleria e Lampedusa a seguito dei moti popolari esplosi a Tunisi ed erano stati trasferiti nel C.I.E. di Ponte Galeria. Ieri mattina – informa la nota el Garante – alcuni di loro hanno inscenato una manifestazione di protesta urlando, da sopra i tetti degli alloggi, lo slogan “Libertà! libertà””.
“Questi profughi sono detenuti senza aver commesso reati – ha spiegato il Garante – si sentono vittime di una insopportabile disparità di trattamento rispetto a tanti altri loro concittadini che, pur avendo vissuto la stessa esperienza, in altre parti d’Italia non sono trattenuti nelle strutture pubbliche ma sono stati rilasciati con un foglio di via”.
Un tentativo per cercare di sbloccare la situazione – anche a seguito degli appelli che da più parti si sono sollevati – è stato avviato dall’Ufficio Immigrazione della Questura che, a quanto risulta al Garante dei detenuti, ha chiesto alla Prefettura di accelerare le audizioni dei profughi davanti all’apposita commissione per l’ottenimento dello status di protezione internazionale, una sorta di asilo politico.
“Io spero che si giunga celermente ad una soluzione e che, nel frattempo, la situazione al C.I.E. non degeneri – ha detto il Garante -. Paradossalmente queste persone non hanno alcuna intenzione di restare in Italia. Vorrebbero tornare in Tunisia una volta stabilizzatasi la situazione e, nel frattempo, vorrebbero raggiungere congiunti e conoscenti in Germania, Francia e altri Paesi d’Europa”.