Parlamento Ue: un grande passo

Ampio consenso sulle priorità per l’inclusione dei rom

Bruxelles – “Oggi abbiamo fatto un grande passo verso un impegno a livello comunitario per alleviare la povertà e l’esclusione sociale della più grande minoranza etnica del nostro continente”. Livia Jaroka, eurodeputata ungherese di origine rom, è la relatrice del testo approvato, ad amplissima maggioranza, dal Parlamento Ue il 9 marzo, che indica le priorità per una “strategia di inclusione” dei rom in Europa.
 “Questa strategia deve porre l’accento sul rispetto e la promozione dei diritti fondamentali, dal lavoro all’alloggio, dalla salute all’istruzione”. L’Eurocamera ha assunto questa posizione ufficiale in vista della proposta che la Commissione renderà nota all’inizio di aprile e che dovrebbe essere ratificata, e diventare operativa, con il Consiglio europeo del 24 giugno. L’Assemblea chiede di introdurre “standard minimi obbligatori a livello europeo per promuovere l’integrazione sociale, economica e culturale” dei 10-12 milioni di rom che vivono nei 27 Stati aderenti.
La relazione Jaroka segnala la necessità di una “tabella di marcia” che includa una serie di iniziative concrete (da realizzare anche con fondi Ue) e la “possibilità di imporre penalità ai governi nazionali” che non agiscano in tale direzione.
“Da otto secoli noi rom cerchiamo di vivere in Europa, ma abbiamo subito innumerevoli tentativi di assimilazione – dichiara Jaroka a SIR Europa -. Oggi occorre un incontro tra rom e non rom per un percorso comune”.
 “A nome dei rom mi sento di dire che noi stessi dobbiamo recuperare il senso della speranza”. Livia Jaroka per SIR Europa entra nei dettagli della relazione che l’emiciclo ha approvato e che indica le linee principali per una strategia di inclusione della minoranza presente in diversi Paesi Ue. Ma come è possibile coinvolgere le popolazioni rom in questa strategia, affinché abbiamo un ruolo attivo? “Abbiamo bisogno di leader moderni nelle nostre comunità, che sappiano cogliere i cambiamenti in atto e favoriscano progetti di partecipazione e di sviluppo”. Jaroka sostiene che le popolazioni rom hanno risentito fortemente della crisi economica, con ulteriori impoverimenti ed emarginazioni.
 “Io scommetto ancora sulle donne. Devono reggere di fronte ai problemi attuali, come hanno fatto finora, perché i cambiamenti in positivo non arriveranno subito. Ci vorrà tempo, forse cinquant’anni. Ma proprio per questo bisogna che gli Stati e l’Ue si muovano senza ulteriori indugi”. Più giovani rom a scuola e all’università, più donne e uomini rom al lavoro, più rom con una casa dignitosa: sono alcuni dei “sogni” che esprime la deputata, sostenuta dalla presidenza di turno ungherese dell’Ue.
Fra i temi affrontati dalla relazione parlamentare figurano, in particolare, l’occupazione (assicurare un accesso effettivo al mercato del lavoro; contrasto del lavoro sommerso), l’istruzione (impiegare, nei Paesi con presenze rom, un maggior numero di mediatori e insegnanti rom nelle scuole per garantire l’educazione nella loro lingua”), la lotta alle discriminazioni sociali, le violazioni dei diritti fondamentali. Il Parlamento Ue denuncia le “discutibili operazioni di rimpatrio” di cittadini rom verificatesi in vari Stati membri, che “hanno creato un clima di paura e inquietudine fra la popolazione rom e hanno anche avuto l’effetto” di moltiplicare gli atteggiamenti di sospetto, emarginazione e persino razzismo. Gli Stati membri sono invitati a “utilizzare meglio e appieno i programmi e i fondi Ue” per le più diverse forme di integrazione (programmi Progress, Cultura, Salute) e di apprendimento permanente.
In emiciclo e nei corridoi di Strasburgo non sono mancate le posizioni contrarie al testo e le denunce contro le popolazioni rom, colpevoli, secondo alcuni deputati, di “non volersi integrare”, di “preferire il crimine rispetto al lavoro”. Alcuni parlamentari hanno chiesto “impegni precisi anche da parte dei rom” ad esempio nel campo dell’istruzione dei bambini e della difesa della dignità della donna. Jerzy Buzek, presidente del Parlamento europeo, ha commentato con soddisfazione: “Se si predicano i diritti umani in tutto il mondo, dobbiamo rispettarli in casa nostra. Il Parlamento chiede parità di accesso per i rom al lavoro, all’istruzione, ad alloggi di qualità”, nonché “la tutela dei diritti fondamentali e la lotta contro la discriminazione”. Sulla stessa linea Viviane Reding, vice presidente della Commissione. “La tutela delle minoranze fa parte dei valori di fondo dell’Unione. Si tratta di una priorità economica e sociale cui nessun governo può sottrarsi. Occorre anche coinvolgere e convincere le opinioni pubbliche. L’inclusione dei rom è un nostro dovere ed è anche nostro interesse”.