Accanto ai bambini dell’Est in Italia per curarsi

Una testimonianza di impegno concreto: a colloquio con Oleksandra Vakula, dell’associazione Lifeline Italia

Padova – L’immigrazione è associata spesso a mani elemosinanti, ma quando la si incontra da vicino si scopre che in realtà è l’insieme di tanti mani pronte a offrire un aiuto. Oltre al sostegno quotidiano che impegna con fatica e dedizione tante donne ucraine nelle case di persone anziane, infatti, c’è anche chi ha messo in gioco le proprie competenze per offrire aiuto a persone più bisognose. È la testimonianza di Oleksandra Vakula, una giovane ucraina che si è inserita prima come volontaria, e poi a livello professionale, nell’associazione umanitaria Lifeline Italia.
“Lo scopo dell’associazione – spiega la giovane – è aiutare bambini con leucemia o malattie a rischio di vita provenienti dall’Ucraina, dalla Georgia o dal Kyrgyzstan, dove non esistono strutture sanitarie in grado di trattare le malattie che li colpiscono. Il nostro compito comincia quando li andiamo a prendere in aeroporto al loro arrivo e prosegue finché non li riaccompagniamo per partire: nel frattempo facciamo da tramite per inserirli nelle strutture ospedaliere dove possono essere curati, cerchiamo sistemazioni nel periodo di cura per loro e i familiari che li seguono, li supportiamo nelle visite e siamo un punto di riferimento per tutte le loro necessità”.
Attualmente superano la trentina i bambini accolti dalle strutture ospedaliere italiane tramite Lifeline Italia. A Padova sono tre e nei prossimi mesi è previsto l’arrivo di altri due. “Ho conosciuto l’associazione – prosegue Oleksandra Vakula – mentre studiavo a Roma e ho mantenuto i contatti anche quando ero rientrata in Ucraina. Oltre alla malattia, la lingua è uno dei disagi quotidiani da affrontare per i bambini e chi li assiste: all’interno dell’ospedale, infatti, in genere possono contare sull’aiuto dei mediatori culturali, ma quando loro finiscono il turno oppure per le necessità quotidiane dei bambini o dei familiari è utile che ci sia qualcuno che possa fare da interprete, così mi sono offerta di dare una mano”.
A Padova ci sono anche altre persone della comunità cristiana ucraina che si sono rese disponibili. “Ad esempio – spiega Oleksandra Vakula – una signora che in Ucraina faceva l’insegnante quando può impartisce gratuitamente delle lezioni ai bambini quando non sono impegnati nelle cure; un altro fedele è disponibile per trasportarli, visto che avendo difese immunitarie molto basse non posso affidarsi ai mezzi pubblici. Altri volontari cercano semplicemente di dedicare un po’ di tempo perché il periodo di cura a volte è lungo e i bambini, come le loro famiglie, hanno bisogno anche solo di avere compagnia. In ogni città non rifiutiamo nessun aiuto di privati o associazioni locali per individuare gli alloggi o per sostenere le famiglie nel periodo di residenza in Italia. Basta anche solo offrire un po’ di tempo per giocare con i bambini e aiutarli a sentirsi meno soli”.
Per maggiori informazioni ci si può rivolgere alla referente, che a Padova è Patrizia Drago (348-0941384) oppure consultare il sito www.lifelineitalia.org (La Difesa del Popolo)