Il fenomeno migratorio fa “parte della nostra identità collettiva”

Mons. Riccardo Fontana alla presentazione del Rapporto “Italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes ad Arezzo

Arezzo – La Commissione Migrantes della Toscana ha presentato venerdì scorso ad Arezzo, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, il Rapporto Italiani nel mondo 2010. Il Rapporto fotografa sotto il profilo quantitativo e qualitativo la situazione degli italiani che vivono all’estero ed è suddiviso in quattro aree tematiche: flussi e presenze, aspetti socio-culturali, religioso-culturali e socio-economici.

 
All’ 8 aprile 2010, erano 4.028.370 i cittadini italiani inscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero), pari al 6,7% della popolazione residente. Guardando alla situazione della Toscana erano invece 120.235, pari al 3,2% della popolazione residente nella regione. Disaggregando ulteriormente il dato, scopriamo come la provincia di Arezzo si trovi fra i territori di minor emigrazione della Toscana con 7.772 inscritti all’Aire.
“Il tema dell’emigrazione – ha dichiarato l’arcivescovo di Arezzo mons. Riccardo Fontana nel corso della presentazione del Rapporto – nei tempi recenti, è stato fatto oggetto di visioni di parte, poco rispettose del vero. Ricordo ancora il senso di meraviglia che provai la prima volta che passai per Washington e sul grande ponte che traversa il Potomac vidi le sculture di Arturo Dazzi, dono del Governo italiano con la scritta ‘questa America l’abbiamo fatta anche noi’. Ci dimentichiamo troppo spesso che il movimento dei popoli è una ricchezza e una grande opportunità. La gente che viene in Italia, come noi un tempo andando all’estero, non porta solo le braccia, ma anche il cervello e il cuore: gli affidiamo le persone più care, i nostri anziani, i nostri bambini. In cambio non ci danno soltanto servizi, ma anche sensibilità, esempio, qualche volta anche il cuore. Al di là delle differenze c’è una ricchezza umana nell’incontro: una grande meraviglia per la Chiesa”.
“Mi piace ricordare in Western Australia, non lontano dalla capitale Perth – ha continuato l’arcivescovo – come la comunità lucchese ha costruito nuove reti di commerci e relazioni molto significative; oggi si trova in una situazione anche politicamente rilevante. Non possiamo dimenticare che cosa hanno saputo fare le comunità toscane a San Francisco e in vari altri luoghi negli Stati Uniti; forse nessuno ricorda che la prima ferrovia che attraversò il Brasile, è stata fatta proprio dagli italiani. Storie di povertà, ma anche molto significative e belle. Quando andai con i nostri universitari alla Giornata mondiale della gioventù di Toronto nel 2002, rimanemmo incantati. In Canada l’emigrazione italiana è fortissima. Ci accolsero in maniera squisita. Tutte queste esperienze fanno parte della nostra identità collettiva. Senza un po’ più di solidarietà e fratellanza, il mondo perde i colori”.
Sono 105 le associazioni di toscani nel mondo con oltre 100mila aderenti sparse un po’ nei cinque continenti. Gli emigranti toscani di età compresa tra i gli 0 e i 44 anni, rappresentano il 61,3% del totale, evidenziando il fatto che l’emigrazione degli italiani – diversamente da come si tenda a immaginare – è un fenomeno attuale e tutt’altro che concluso.
“Firenze e la Toscana” ha sottolineato mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, “sono state la culla della nascita, nel 1886, della prima Associazione nazionale per soccorrere i missionari italiani, nata da un gruppo di laici cattolici liberali. Presentare il Rapporto Italiani nel Mondo in Toscana significa inserirsi in questa magnifica storia di carità per gli emigranti, ma anche dentro una storia di attenzione politica all’emigrazione”.
L’incontro, moderato dal direttore del settimanale Toscana Oggi e di Telesandomenico Andrea Fagioli, ha visto la partecipazione tra gli altri di Franco Pittau, coordinatore scientifico del Rapporto, di Nicola Cecchi, Vicepresidente vicario dell’Assemblea dei toscani all’estero e di Paolo Bissoni, Presidente della Comunità montana della Lunigiana e responsabile del museo dell’emigrazione della gente di toscana.