“Gente Camuna” festeggia mezzo secolo

Da 50 anni al servizio degli emigrati

Brescia – Era il 29 marzo del 1961 quando, per la prima volta, dopo una faticosa ricerca di indirizzi, “Gente Camuna”, in un formato un po’ diverso dall’attuale, veniva inviato ai tanti cittadini della Valle Camonica costretti per motivi di lavoro ad emigrare.

 
“Quel numero unico – scrive il presidente dell’associazione Nicola Stivala – non fu frutto di improvvisazione; da qualche anno era ripreso un esodo di tanti giovani verso altri Paesi dell’Europa, delle Americhe e dell’Australia, spinti dalla necessità di un lavoro che i loro paeselli, in conseguenza di una lunga e devastante guerra, non offriva. Si partiva – spiega – verso terre sconosciute o raccontate sommariamente da qualche conoscente, si partiva carichi di fiducia, di speranza, di progetti e sogni che avevano come obiettivo il miglioramento delle condizioni di vita della propria famiglia, il futuro dei propri figli. Progetti e sogni perseguiti con tanti sacrifici, con disponibilità a svolgere qualsiasi lavoro, anche i più umili o i più rischiosi. Nelle miniere, nei campi di cotone o di caffè, nei boschi a tagliar legna, sulle strade, nelle gallerie, nei luoghi di ristoro, al servizio di altre famiglie, questi giovani, con tanta dignità, hanno vissuto i difficili inizi della loro esperienza di emigranti”.
Di queste migliaia di persone, che lasciavano il loro tessuto sociale e cercavano di inserirsi in ambienti tanto diversi rispetto alla loro cultura, alle loro tradizioni, ai loro costumi, da tempo si preoccupavano i parroci, che “non potevano assistere passivamente alla partenza sempre più consistente di tanti giovani, e le Istituzioni su cui gravava l’onere di sostenere i propri concittadini, sollecitando nelle sedi opportune, norme a garanzia del loro lavoro e della loro persona”.
Ebbe così origine l’Associazione “Gente Camuna” il cui formale atto costitutivo avvenne nel 1967, ma che volle ugualmente ancor prima far sentire la sua voce con l’omonimo Notiziario. Si voleva in questo modo – spiega il presidente – “dare testimonianza a chi era emigrato che la Valle non li aveva dimenticati, che si dava loro una occasione per avere notizie delle loro terre d’origine, che vi erano persone che si davano da fare per sostenere i loro diritti, che si volevano cercare le condizioni, ove possibile, per tenerli uniti, per rendere concreta ed operante la solidarietà in situazioni a volte veramente difficili”.
In quel primo numero Giacomo Mazzoli, fondatore e presidente dell’Associazione “Gente Camuna”, in quell’angolo di giornale, che mese dopo mese riempì fino alla sua improvvisa scomparsa avvenuta il 23 maggio 1983, dettò la linea che si intendeva seguire e che è racchiusa nel titolo “Legame fraterno”.