Mons. Montenegro: l’egoismo non può averla vinta

Il presule di Agrigento ha visitato ieri Lampedusa

Lampedusa – “Si continua a trattare come emergenza un problema grave, che – si deve ammettere – non è di facile soluzione. Non si possono tener chiusi gli occhi o fingere che solo la forza (il divieto) possa sortire l’effetto desiderato. I problemi dell’Africa sono problemi di tutti, così i problemi di Lampedusa e Linosa non sono solo vostri, ma di tutti”.
Così l’arcivescovo di Agrigento, mons. Francesco Montenegro, ha parlato ieri sera dell’immigrazione, nel corso di una visita pastorale ai fedeli di Lampedusa.
“Continuate a pagare – e non è giusto – quanto non si riesce (non oso dire non si vuole, spero che non sia così) a decidere nei palazzi di chi amministra la cosa pubblica. Ancora una volta – ha aggiunto il vescovo – ci siamo scontrati con la confusione, l’incompetenza e la fedeltà a pregiudizi che diventano penalità e offesa per chi deve subirli”.
“Un evento che si è paragonato ad un esodo biblico – secondo mons. Montenegro – non potrà essere risolto con la ronda di navi lungo il Mediterraneo. Di là c’è gente che vuole vivere, vuole mangiare, vuole riconosciuta la sua dignità… e se, in quei Paesi, si è arrivato a questo punto, può anche darsi che ci sia la responsabilità di chi si è preoccupato di colonizzare e creare rapporti vantaggiosi per noi, che siamo da questa parte, dimenticando l’esigenza di quelle popolazioni”.
 “Se Lampedusa o Linosa, anziché essere isole in mezzo al mare, fossero un luogo vicino a città importanti, come si sarebbero comportati coloro che decidono?”, ha chiesto mons. Montenegro: “probabilmente con gli immigrati alla stessa maniera, visto che la cultura del diverso è carente. Anche se poi, quando siamo noi ad andare nelle altre terre, chiediamo rispetto e ci sentiamo offesi se non dovessero trattarci con rispetto. Sappiamo bene cosa avvenne quando i nostri emigranti arrivarono, e non per turismo, nelle terre dell’America. Si trovarono di fronte muri alti e spessi di pregiudizi e di paure. Eppure, la voglia di una vita diversa e migliore prevalse e fu vincente. Ma, come dicevo, se un flusso così insistente fosse avvenuto altrove, soluzioni, adattamenti e attenzioni per i cittadini si sarebbero trovati senz’altro. Lampedusa e Linosa meritano eguale rispetto e attenzione”.
“La nostra fede – ha sottolineato l’arcivescovo di Agrigento – ci chiede atteggiamenti coerenti con ciò che crediamo. Ci chiede solidarietà, anche se questa comporta rinunce e rischi. Chiede giustizia, ma dice anche che il nostro cuore deve essere accogliente. Ci ricorda che noi siamo quelli delle beatitudini (che pagina scomoda!) e accettandole crediamo che l’egoismo assurdo non può mai averla vinta, ma ciò che sempre vince è l’amore, che è tale se sa farsi misericordia e compassione”. (www.agensir.it)