Lampedusa: in ventiquattr’ore altri dieci barconi

Arrivate oltre 500 persone: nuova emergenza

Palermo – E’ bastato che le nubi lasciassero un po’ di spazio al sole perché il Canale di Sicilia tornasse a essere autostrada di africani in fuga. La pausa dagli sbarchi di migranti a Lampedusa, durata una settimana, è stata rotta mercoledì notte intorno alle 2.30, quando le motovedette della Guardia costiera hanno scortato fino al porto della più grande delle Pelagie un barcone con 347 immigrati, di cui tre donne, avvistato nella tarda serata di mercoledì quando era ancora in acque tunisine. Hanno affrontato il rischio di attraversare un mare ancora minaccioso con l’unico obiettivo di un futuro migliore in Europa. Un sogno ancora lontano, ma l’approdo a Lampedusa è già una piccola conquista, se messo piede sul molo sorridono e alzano al cielo la mano in segno di vittoria. Con il carico di uomini e donne in fuga dal Maghreb anche due giornalisti di una televisione tedesca, che hanno documentato con una telecamerina digitale la traversata, sono stati fermati dalle forze dell’ordine per un controllo dei documenti e poi rilasciati. Ma a questo arrivo ne sono seguiti altri quattro, ieri. Uno di 22 extracomunitari a Linosa, poi un barcone con una quarantina di migranti giunto ancora a Lampedusa, un altro con 25 persone intercettato dalla Guardia di finanza, mentre 44 persone hanno eluso i controlli lungo le coste e sono stati fermati a terra. Un totale di circa 500 migranti. A cui si aggiungeranno altre centinaia di persone durante la notte, perché tre natanti sono stati intercettati dagli Atr della Guardia di finanza.
Con gli arrivi di ieri torna a riempirsi il centro di accoglienza di Lampedusa, che ha una capienza di 850 posti letto e dove erano rimaste solo 218 persone, dopo gli ultimi trasferimenti aerei. Mentre la Procura di Agrigento ha confermato l’iscrizione nel registro degli indagati dei circa 6mila migranti sbarcati nelle ultime settimane sull’isola. Devono rispondere del reato di immigrazione clandestina.
 Anche il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, è stato indagato per istigazione all’odio razziale, dopo l’ordinanza con la quale vietava l’accattonaggio e la circolazione degli immigrati per le strade dell’isola. Lui respinge le accuse e punta l’attenzione sul ritorno degli sbarchi: “Non si erano ancora visti barconi così grandi e penso che non vedremo più imbarcazioni con 20 o 30 tunisini, come invece avveniva nei primi giorni”. E oggi De Rubeis sarà a Palermo per partecipare alla giunta regionale, presieduta da Raffaele Lombardo, convocata per discutere proprio dell’emergenza immigrazione .
Intanto, c’è una svolta sull’apertura del ‘villaggio della solidarietà’ a Mineo, proposto dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni. C’è il sì di dieci sindaci su 15 della provincia di Catania, del territorio Calatino, alla proposta di creare nel ‘Residence degli aranci’ un centro di accoglienza per i rifugiati richiedenti asilo. Contrari, invece, i sindaci di Caltagirone, Mineo, Grammichele, Ramacca e Castel di Ludica, che affermano che “il modello Mineo non risponde all’idea che abbiamo consapevolmente maturato, sulla scorta dell’esperienza di effettiva integrazione da noi portata avanti nelle nostre comunità”. Oggi un nuovo incontro di Giuseppe Castiglione, presidente della Provincia etnea, proprio con Maroni. (A. TURRISI – Avvenire)