Interminabile storia di precarietà

Un dossier sulla situazione dei rom a Cosenza

Cosenza – Nulla è cambiato nel campo rom di Va­glio Lise a Cosenza.
Esattamente un anno fa, le baracche presenti sarebbero dovute scomparire a se­guito di un’ordinanza di sgombero.
Abbandonati all’indifferenza, le famiglie rom vivono ancora a ridosso del Crati.
Il fiume inclemente, continua prepotente­mente ad ingrossarsi, soprattutto in questi giorni di pioggia torrenziale.
Le forze dell’ ordine sorvegliano attentamente la zona e non manca la loro azione repressiva.
Nella “Scuola del Vento” del campo rom si è svolta ieri una conferenza stampa organizzata dalle “Associazioni Insieme con i Rom” per presentare un Dossier preparato in collabora­zione con gli stessi rom.
Il Dossier propone soluzioni al problema abi­tativo che vivono i rom e contiene la raccolta di tutte le attività realizzate fino ad oggi.
Tra le attività svolte dalle associazioni, vi sono quelle mirate alla difesa legale, a garantire la scolarizzazione, il diritto al gioco dei più pic­coli ed alla tutela del diritto alla salute.
Gianfranco Sangermano, dell’organizzazione non governativa Mo.C.I., è stato il primo a in­tervenire, ponendo in evidenza il problema di come ancora oggi vi siano casi di diritti negati.
Il totale silenzio da parte delle istituzioni fà quasi pensare di essere di fronte ad un caso di razzismo istituzionale.
In effetti ciò che chiede il popolo rom è solo di poter vivere in case più dignitose.
Sangermano ha inoltre reso noto il significa­tivo dato di scolarizzazione dei bambini rom nell’ultimo periodo.
Nel Settembre 2010 si sono iscritti a scuola trentotto bambini, questo grazie al continuo percorso di sensibilizzazione delle famiglie rom da parte dei volontari.
A supporto di questo percorso di scolariz­zazione dei bambini, dal settembre 2010, il Mo.C.I., in collaborazione con una trentina di volontari, ha anche attivato un servizio gratui­to di dopo scuola, attivo tre volte a settimana e della durata di due ore.
Stefania Tropea, nel suo intervento ha reso noto il perchè nell’autunno del 2009 è nata la “Scuola del Vento”.
Oggi è un luogo di incontro,di accoglienza e di aggregazione dove è anche possibile realizzare conferenze stampa ma che due volte a settima diventa sala ludica per i più piccoli della co­munità rom.
Nel Dossier, inoltre si racconta dell’ auto -co­struzione di “eco villaggi sostenibili” da parte dei rom stessi, ma come afferma Enza Papa, il vero problema è la mancanza di aree disposte ad ospitare il villaggio dei rom, oltre che l’as­senza di fondi economici.
Ad esporre il problema che concerne la cattiva salute dei rom, è stato invece Valerio Formisani medico della Cgil e dell’ Auser. (a cura di Francesco Reda e Tiziana Fiordalisi – Parola di Vita)
 
 
Prospettive future ferme sul fiume Crati
 
Gli accampamenti dei Rom lungo la riva del fiume Crati racconta­ti dalle cronache risalgono ai primi mesi del 2002, anche se Lazza­ro, che è un pò la memoria storica del campo, racconta di primi insediamen­ti nel terrritorio cosentino risalenti alla fine del secondo millennio.
Partendo dalle parole di Benedetto XVI che ricorda che “il migrante è una per­sona umana con diritti fondamentali inalienabili, da rispettare sempre e co­munque”, e dai continui interventi del Pastore cosentino, monsignor Salvatore Nunnari, per richiamare le istituzioni a rispettare la dignità dei Rom e cercare soluzione per un’adeguata integrazio­ne nella città, offrendo persino alloggi per i più bisognosi, le prospettive futu­re verso un eco-villaggio più dignitoso e adeguato alla vita di queste persone, restano insabbiate sul letto del fiume Crati.
Se è vero che la situazione abitativa dei cosentini appare drammatica per essi stessi e l’idea di nuovi agglome­rati abitativi in grado di coinvolgere anche i rom appare di difficile realiz­zazione, non si può tralasciare che più volte queste persone hanno espresso l’intenzione di voler porre rimedio alla loro emergenza abitativa coinvolgendosi in programmi di auto-costruzione.
Un presente allarmante quello che vivono i rom oggi e dal punto di vista della salute (condizioni climatiche av­verse) e del punto di vista igienico sa­nitario, con le casupole dei wc che all’in­grossamento del fiume vengono lette­ralmente inondate e rese impraticabili dall’acqua.
In passato decine di siti sono stati in­dividuati sul territorio provinciale ma purtroppo si è dovuta registrare l’alzata di scudi di gran parte dei sindaci che si sono opposti fermamente.
Per portare avanti questo tipo di azio­ne in maniera intraprendente occorre predisporre un atteggiamento matu­ro e dialogico, senza provocazioni ma che lavori sul territorio con intenti di cooperazione e solidarietà.
Invece di organizzare intolleranza è bene lavorare insieme istituzioni, as­sociazioni e cittadini, a trovare solu­zioni concrete ed immediate. (Parola di Vita)