Boldrini: niente allarmismi, non ci sarà un’invasione

L’Agenzia delle nazioni unite per i rifugiati (Unchr) sottolinea che la situazione più difficile oggi è ai confini con la Tunisia e l’Egitto dove sono passati già 140 mila persone.

Roma –  Niente allarmismi. Dalla Libia “è probabile che arriverà un flusso di profughi”», ma non bisogna preconizzare catastrofi incombenti, altrimenti l’emergenza umanitaria “sarà percepita come un’invasione” creando tensioni sul territorio. L’Agenzia delle nazioni unite per i rifugiati (Unchr) sottolinea che la situazione più difficile oggi è ai confini con la Tunisia e l’Egitto dove sono passati già 140 mila persone. E ricorda che comunque l’Italia è tra i grandi paesi europei quello che ospita meno rifugiati: un decimo di quelli della Germania, un quarto della Francia. Alcune centinaia di migranti comunque, afferma l’ong italiana Everyone, attendono solo un miglioramento delle condizioni del mare per tentare la traversata verso Lampedusa.
La portavoce dell’Unchr Laura Boldrini fa il punto sui rischi di un esodo dalla Libia davanti alla Commissione diritti umani del Senato.
“È giusto essere pronti all’emergenza – spiega – e allestire piani e programmi, ma è anche giusto non creare allarme: se ci dovesse essere un’emergenza, ed è probabile che questo flusso ci sarà, l’opinione pubblica percepirebbe persone con bisogni umanitari come invasori e sarebbero rifiutati”. Boldrini invita dunque a non concentrare “l’attenzione tutta su scenari catastrofici nazionali: è importante lavorare e abbassare i toni come ha detto Napolitano”.
Le ondate già in corso sono quelle ai confini terrestri della Libia. “Ad oggi ci sono 140 mila persone uscite verso l’Egitto e la Tunisia. Soprattutto egiziani e tunisini, ma anche libici e di altri Paesi”. Ai confini “si sta creando una situazione difficile. Finora sono stati offerti aiuti a 10 mila persone, allestite 2 mila tende e nelle prossime ore arriveranno altri tre aerei”. Per la portavoce “la comunità internazionale non può permettere che questa situazione di emergenza sia gestita solamente dalla generosità del popolo egiziano e tunisino”. L’Europa però non ha accolto l’appello dell’Italia a condividere i profughi che arriveranno: “Si è molti invocata l’Europa ma l’Ue – sottolinea Boldrini – è più disposta a creare un fondo che suddividere chi arriverà in Italia. Nel 1992 arrivarono ai confini tedeschi in 440 mila dall’Est europeo e la risposta fu che ognuno si amministrava da sé. Oggi in Germania ci sono 600 mila rifugiati e lo scorso anno ci sono state 40 mila domande di asilo. In Francia sono 200 mila con 47 mila domande mentre in Italia ci sono 55 mila rifugiati e 10 mila domande”.
 Everyone ricorda che in Libia vive un milione di immigrati africani. Molti di loro in questi giorni sono oggetto di violente persecuzioni, perché confusi con i “mercenari di Gheddafi” o accusati dai fondamentalisti di essere “figli del diavolo”. “L’Italia – afferma l’organizzazione – deve prepararsi ad accoglierli secondo la Convenzione di Ginevra”. (L.Liv.- Avvenire)