Nuova evangelizzazione: dalla missione alla comunità

In margine al Convegno dei Delegati delle Mci in Europa e dei Direttori regionali Migrantes

Roma – L’incontro dei Delegati nazionali delle missioni/comunità italiane in Europa e dei Direttori regionali Migrantes, tenutosi a Roma dal 23 al 25 febbraio, ha avuto al centro il tema della nuova evangelizzazione dell’Europa. Attorno al tema della ‘nuova evangelizzazione’ è stato costruito l’intervento di Mons. Rino Fisichella, Presidente del nuovo Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione dell’Europa, che ha sottolineato la necessità di ripensare la fede dentro un contesto europeo che sembra costruire la propria identità indipendentemente dalle radici cristiane. Nessuno contesta il fatto di una caduta e di una fatica di credere; ma ad essa si può rispondere solo nella costruzione di legami, rapporti costruiti sulla credibilità della fede, sul pensare la fede non indipendentemente dalla costruzione della ‘casa’ europea. In questo senso, le missioni/comunità italiane all’estero debbono ripensarsi in due direzioni pastorali. Una prima direzione riguarda un lavoro insieme, con le Chiese in Italia e con le Chiese locali dove si vive con gli emigranti, per un’azione efficace nella direzione di nuovi cammini di iniziazione cristiana che tengano strettamente unite la fede, la speranza e la carità al cammino delle persone e alle persone in cammino. L’originalità dell’esperienza di fede di partenza può costituire un valore aggiunto solo nella misura in cui è condivisa, confrontata e non separata. Questo percorso chiede un passaggio dalla missione per gli emigranti alla missione con gli emigranti nella Chiesa locale. La nuova evangelizzazione chiede pertanto di spostare l’accento dalla missione/annuncio alla comunità, alla Chiesa. Dentro e con la Chiesa locale si vivono gioie e speranze, tristezze e angosce; dentro la Chiesa locale si cerca di valorizzare una fede professata, pronunciata e tradotta, condivisa. Una seconda direzione riguarda la necessità di connettere nuova evangelizzazione e relazione. La fede ridetta, fuori dal proprio luogo di nascita e di crescita, ha bisogno di luoghi di riferimento, gruppi, centri in cui esprimersi. Nell’Europa delle missioni/comunità italiane è necessario un forte investimento nella circolazione delle informazioni, delle esperienze, delle sperimentazioni anche per intercettare i nuovi soggetti dell’emigrazione: i giovani, gli universitari, i professionisti, gli imprenditori, le giovani famiglie…La ‘casa comune’ europea può trovare nelle missioni/comunità dei ‘luoghi di sosta’ importanti per un accompagnamento alla vita di fede, con un nuovo protagonismo del laicato.
Questa esperienza di comunità degli italiani all’estero, dove hanno importanza non solo i luoghi ma anche le relazioni tra persone può essere un modello importante nella costruzione di una Chiesa locale, della comunità parrocchiale anche in Italia, dove sono presenti persone e comunità di 200 nazionalità diverse e 140 lingue diverse. Il centro pastorale etnico non può essere un luogo separato dalla comunità, ma dentro la Chiesa, chiamata a valorizzarlo nei luoghi e percorsi di iniziazione cristiana, nei luoghi del consigliare e consigliarsi (consigli pastorali, in particolare), nel mondo associativo , nelle scuole e nei consultori: nei diversi luoghi di vita e di fede. La relazione diffusa, l’interrrelazione nella Chiesa può ricevere dalle piccole e grandi comunità etniche uno stimolo importante a ripensare cattolicamente la propria fede, a rileggere un’identità fatta più di abitudini che di inculturazione, a raccogliere la sfida di ripensare alcuni luoghi fondamentali del quotidiano: gli affetti, il lavoro, la scuola, la cittadinanza, la fragilità.
Giornate importanti, quelle promosse dalla Migrantes, perché hanno riproposto ‘la nuova evangelizzazione’ come impegno educativo della comunità cristiana, che anche in cammino, sulle strada d’Europa e del mondo, può ritrovare la propria meta.

(G. Perego)