San Gallo: l’italiano rimane come opzione nei licei

Taglio respinto per 67 voti a 45

San Gallo (Svizzera) – Sembrava una battaglia persa, uno slancio ideale destinato a soccombere sotto la dura realtà di un bilancio in deficit. A poco a poco però le acque si sono mosse, il tema ha appassionato la Svizzera intera e gli umori sono cambiati. Per una volta ci si è lasciati alle spalle cifre rosse e sacrifici, difendendo la tradizione, la cultura, la Svizzera italiana e la coesione nazionale.
Il miracolo elvetico, insomma, continua. Parole esagerate? Mica tanto, se si pensa che il Parlamento sangallese, pur sottoposto a un dibattito fiume su 54 misure, tra cui molte dolorose, tese a sanare i Conti del Cantone, ha deciso di salvare l’insegnamento dell’italiano come lingua di maturità. Tre quarti dei deputati hanno votato contro questo taglio, ribellandosi all’intenzione del Governo. A nulla sono valsi gli appelli del responsabile del Dipartimento dell’educazione, Stefan Kolliker (UDC), che voleva relegare l’italiano a materia facoltativa (forse). Alla fine con lui si sono schierati solo i 43 gran consiglieri del suo partito, più altre tre sole persone provenienti dai ranghi del PLR o del PPD. Compatti quindi quest’ultimi due partiti contro la soppressione dell’italiano, così come i 16 socialisti, i 4 Verdi, i due esponenti del Partito evangelico e il Verde liberale.
Le speranze si erano accese quando si era saputo che anche il gruppo PPD avrebbe votato ad ampissima maggioranza contro la misura di risparmio.
A quel punto, i numeri c’erano.
Nessuno, però, osava essere certo. Si pensava, al massimo, di raggiungere un piccolo scarto. Alla fine invece i “no” (pro-italiano) hanno sorpassato di gran lunga i “sì” (pro-risparmio).
Non ce lo aspettavamo, conferma a fine dibattito il deputato PLR Arno Noger.
“La svolta – racconta – è avvenuta nelle ultime due o tre settimane, grazie al lavoro dei media, degli insegnanti, e alla petizione che ha raccolto 6050 firme”. Piacevolmente stupito anche Donat Ledergerber, del PS: “Si è capito che si trattava di un importo dopotutto irrisorio, ma con un grande significato”. Molte, durante il dibattito, le manifestazioni di solidarietà verso la Svizzera italiana. Pure il PPD si è battuto con fervore in difesa dell’italiano, benché alla gioia per questo successo ha fatto seguito il disappunto per la perdita di 500mila franchi annui a favore dei tre licei cattolici del Cantone.
E ora? “Prevenzione”
Dopo un mese e mezzo di battaglia, l’Associazione dei professori di italiano (ASPI) può finalmente tirare un sospiro di sollievo. “Ci si è resi conto – nota il presidente Donato Sperduto- che il Canton San Gallo rischiava di ritrovarsi, oltre che in un deficit finanziario, anche in un deficit culturale”. Ora si mira a una “maggiore interazione tra la Svizzera italiana e i docenti della Svizzera tedesca”. Insomma, il filo diretto che si è instaurato grazie alla questione sangallese non deve rompersi.
“Non possiamo aspettare che un fatto del genere si verifichi un’altra volta. Dobbiamo proporre attività concrete, come scambi di classe, o ‘assistenti’ ticinesi che si facciano ambasciatori della lingua italiana nelle scuole degli altri Cantoni”.
Il Ticino ci sta, e incontrerà presto i rappresentanti dell’ASPI. Il consigliere di Stato Gabriele Gendotti si rallegra, ovviamente, del voto sangallese. “I deputati non sono nemmeno entrati nel merito di questioni tecniche (ad esempio la compatibilità con l’ordinanza federale) – nota il responsabile del Dipartimento dell’educazione -. È stata una decisione anzitutto politica, rispettosa del principio del federalismo”. Ora, nota ancora Gendotti, ci sarà l’occasione di approfondire alcuni aspetti, come appunto l’interpretazione controversa dell’Ordinanza sul riconoscimento delle maturità federali, da chiarire. L’obbligo di offrire una terza lingua cantonale, d’altro canto, è previsto pure dal nuovo concordato HarmoS. Insomma, gli strumenti per intervenire ci sono, e intervenire è doveroso perché l’italiano si trova, in certi Cantoni, “in un’oggettiva difficoltà”. “La concorrenza è grande, conclude Gendotti, e tocca a noi farci sentire”. (ANNA FAZIOLI – Il Corriere degli Italiani” delle Mci in Svizzera)