I minori immigrati sono i nuovi italiani

Un articolo di don Antonino Denisi, direttore Migrantes della Calabria.

Reggio Calabria – Nella variegata gravità degli avvenimenti che hanno contraddistinto la settimana trascorsa, due in particolare hanno richiamato la mia attenzione: la vertiginosa ripresa degli sbarchi di immigrati a Lampedusa e il convegno Migrantes di giovedì a Reggio Calabria sui figli degli immigrati, definiti “i nuovi cittadini”. I due fatti sono collegati e ci riguardano tutti anche perché, sicuramente, faranno aumentare le presenze tra noi di questi uomini e fratelli.
A proposito del primo aspetto del fenomeno, sono state usate espressioni gravi e allarmistiche quali emergenza umanitaria, esodo biblico, diluvio nord-africano. Dopo le immagini delle navi albanesi sulle coste pugliesi del 1980 e lo straripamento rumeno conseguente l’ingresso dei Paesi dell’Est nell’Ue, stiamo assistendo a quella che assomiglia a un’invasione dalla riva Sud del Mediterraneo, conseguenza del vento di libertà che ha iniziato a soffiare su quei popoli. Dalla Tunisia all’Egitto, dalla Libia all’Algeria, folle di uomini di ogni età si riversano sulle coste siciliane, in attesa di dirigersi verso le nazioni europee. E dietro a questi già si profilano altrettanti volti di mogli e figli che li seguiranno, in una catena di naturali ricongiungimenti familiari.
I governanti italiani hanno fatto appello alla Commissione europea, che sembra di aver compreso che di autentica emergenza si tratta, di cui deve farsi carico l’Ue. Così come alle parrocchie e al mondo cattolico nel suo complesso si sono rivolte le gerarchie ecclesiastiche perché l’accoglienza sia veramente fraterna e cordiale, com’è avvenuto in altre circostanze del passato. Anche nella nostra diocesi la Prefettura si è già rivolta alle strutture della Caritas, che non mancheranno di offrire ogni forma di collaborazione. Nello spirito della Settimana sociale dell’ottobre scorso che ha concluso i suoi lavori affermando: la paura dello straniero, il rifiuto e i pregiudizi non possono trovare casa nella comunità ecclesiale che è chiamata ad un “di più” di accoglienza, di rispetto e di condivisione. Il riconoscimento della dignità della vita dei migranti che raggiungono il nostro Paese costituisce l’esplicita declinazione di un valore non negoziabile e premessa indispensabile per la costruzione del bene comune.
Interessante è stato anche il convegno Migrantes reggino, che ha messo a fuoco i numeri del fenomeno dei minori immigrati e la delicatezza dei loro problemi, nel contesto di una cittadinanza ormai imprescindibile di quanti rappresentano il futuro civile ed economico del nostro territorio. I minori stranieri in Italia sfiorano il milione, con il 22% del totale complessivo; in Calabria sono 12 mila, di cui 5 mila nella provincia reggina, molti dei quali sono nati qui. Per questa nuova categoria di italiani s’impone ormai l’adeguamento della legge sulla cittadinanza civile e politica.
In un libro recente che li definisce “i nuovi italiani”, i figli degli immigrati sono volenterosi, ostinati, decisi ad affermarsi in Italia, aspirano a un’indipendenza totale rispetto alle famiglie di origine e anche le ragazze sembrano moderne, dinamiche, ben lontane dagli stereotipi dei familiari. (Antonino Denisi)