Campania: un convegno sui minori immigrati

Su iniziativa della Migrantes regionale

Pompei – “Attorno ai diversi volti di minori stranieri, per evitare violenze, sfruttamento e abusi, è messa alla prova la capacità istituzionale di tutela dei diritti fondamentali dei minori, primo tra tutti il diritto di famiglia in Italia e all’estero. La difficoltà è passare da un diritto a un servizio e a un servizio in rete, cioè garantire ai minori una città e una casa”. E’ quanto ha etto questa mattina mons. Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes, intervenuto al convegno “Minori stranieri: gli invisibili” che si è svolto a Pompei su iniziativa dell’Ufficio Migrantes della Conferenza Episcopale Campana. In Italia – ha detto mons. Perego – soprattutto nella collaborazione tra Comuni, enti ecclesiali, associazioni e cooperative, servizi sanitari e scuole, sono nati “percorsi sperimentali di pronto intervento, di ospitalità, di accompagnamento, di formazione che hanno costruito città e casa attorno ai minori non accompagnati. Si è trattato di più percorsi di advocacy e di cura, anche sperimentali, sia per la diversa età dei minori, ma anche per i numerosi paesi di provenienza e le differenze culturali. La città oggi è chiamata – ha affermato il direttore della Migrantes – a vedere in tutto il mondo dei minori migrati e rifugiati, un tassello importante della crescita di un futuro, che passa necessariamente attraverso un dialogo interculturale che rifiuta nuove forme di esclusione o provvisorietà sociale”.
Mons. Perego ha sottolineato che nel rapporto con i minori migranti è “cresciuta anche la Chiesa, da una parte nella sua capacità caritativa di costruire servizi (ad esempio nelle case per i minori accompagnati), per costruire ‘segni di fraternità’,ma anche per avviare esperienze di pastorale giovanile che rinnovano gli ambienti di aggregazione giovanile e gli oratori, sperimentando percorsi d’incontro e d’intervento specifici”. Dopo aver fornito alcuni dati sulla presenza di minori nei vari campi della mobilità umana mons. Perego ha sottolineato che le storie dei minori migranti che hanno trovato una città, una casa e una Chiesa sulle loro strade, “spesso segnate da sofferenza e povertà, sfruttamento e abbandono, sono un segno e un luogo educativo per le nostre comunità”.
I lavori sono stati introdotti dal direttore regionale Migrantes, don Alfonso Calvano e conclusi da mons. Bruno Schettino, presidente della Fondazione Migrantes e della Commissione Cei per le Migrazioni (Cemi)